Pensieri a notte fonda





Dopo tanti anni, posso finalmente fare un passo indietro e pensare a cosa voglia dire morire. E’ la mancanza di vita, e’ vero. Ma la vita finisce nel momento in cui non c’e’ piu’, nel momento in cui la persona morta non c’e’ davvero piu’. Siamo noi, con I nostri racconti, I nostri ricordi, le fotografie, I libri, gli articoli che lo teniamo in vita. Mio padre, dico.

Sono passati tantissimi anni, eppure lui c’e’: la sua presenza, il suo odore, le sue battute ci sono ancora. E’ come una scia di un aereo in cielo, che l’aereo non c’e’ piu’ eppure la sua presenza in qualche modo la si vede. Ecco, la morte di mio padre ha lasciato la frenesia di non farlo moririe, di continuare a ricordarlo, a cercare battute ancora fresche, o una maglietta, un golf, un pacchetto di Merit. E puff, torna tra noi, come per magia.

In un certo senso, e’ un sollievo sapere che noi lo faremo sempre, lo ricorderemo e parleremo di lui, e che fortunatamente, ha lasciato un segno anche fuori dalle mura familiari, per cui anche se noi dovessimo distrarci, c’e’ sempre qualcuno che lo tiene tra noi.

Devo ammettere che e’ anche un’ansia, che se io non lo ricordo e’ come se fossi un po’ complice della morte, come se le dicessi che va bene, hai vinto tu. Non e’ tanto un’ansia per mio padre, visto che condividendo il suo dna, il suo colesterolo alto e il suo bisogno di scrivere, ogni giorno lui vive in me e io in lui. E’ piu’ un’ansia per amici cari che attorno a me, durante gli anni, sono morti. Tim, Sharon, ma anche I nonni, la mamma di Richard. Ogni giorno mi spingo a pensare a loro, magari a una loro espressione del viso, o a un gesto della loro mano, come per dire, non sono pronta per lasciarti andare.
Perche’ la morte e’ stronza. Sta in agguato, ti distrae, ti fa le beffe, ti fa sentire quasi libera da presenze passate, ti fa vedere al futuro, ti fa andare avanti, come se ci fosse la stessa vita davanti a te. E invece no. Davanti a te c’e’ un vuoto che non si colma, c’e’ una vita diversa, ci sono sensazioni forti, baratri, paure, solitudini.

Spero sempre che quando sono io a morire, qualcuno pensera’ a me tutti I giorni, cosi’ che io possa ancora godere di un sorriso, di un bicchiere di vino e di una sigaretta. Del pane di Via Lomellina. Di una canzone di Vinicio Capossela. Perche’ basta poco, davvero.

E poi dopo questi anni, e I tanti anni passati a studiare sociologia, ho capito che anche nel mondo della morte c’e’ un ordine sociale. Mi spiego: Napoleone Bonaparte, Gesu Cristo, il Tintoretto, Dante, Petrarca, Giulio Cesare sono di una classe sociale, diciami cosi, privilegiata. Sono famosi, studiati in tutto il mondo. Loro non moriranno davvero mai. Certo, per saperne della loro privacy si deve studiare I personaggi nel dettaglio dettato da quello che fisicamente rimane di loro: un paio di mutande, il cappello, una tazza del caffelatte. Ma insomma, I loro nomi sono ben stampati su libri e sussiduari. Loro non vanno da nessuna parte.

Penso invece allo sfigato che e’ stato convinto ad andare alla terza crociata, o quel senzatetto morto in Brianza, o gli africani che cercano di arrivare in Italia in barca. Loro una volta morti, son morti davvero. Loro diventano un numero, una statistica. Se non altro sono utili per quello. Ma insomma, altra categoria.

Io nel mio piccolo ho una morte abbastanza privilegiata, modestamente. Voglio dire, se mio padre fosse stato uno che lavora in fabbrica, tipo nel film della Vincenzina, ecco forse sarebbe stato diverso. Sarebbero bastati meno anni per girar pagina. Poi peggio ancora per chi non ha figli. Una volta morto il compagno o la sorella, il gioco e’ fatto.

Commenti

  1. io sinceramente , per anni ho pensato intensamente a mio padre ( noi siamo tre figli io la prima e io ho tre figli e ora 41 anni) morto quando avevo 13 anni, mi ci sono aggrappata , complice mamma che come una tigre ha tenuto tutto unito e lavorando come una pazza ci ha pure fatto studiare (quando muori a 45 e fai l'operaio non lasci granchè a chi resta) .....ma ora no! ogni volta che tento di richiamare un pur piccolo e dolce ricordo sto male e piango e allora ....fuggo
    grazie e baci

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