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Vita, morte e pantofole di lana cotta

A voler vedere, stamattina era anche iniziata bene. È venuto a trovarmi il mio amico Giorgio con delle brioche strepitose e abbiamo chiacchierato per un’oretta. Ma poi tutto è andato scemando velocemente: Sofia ha rotto la chiave nella serratura del cancello dove dove alloggia, io ho scoperto che devo andarmene domani mattina invece che tra quattro giorni, come stabilito. Emma mi chiama per dirmi che quando compie diciotto anni, e cioè tra dodici giorni, ha già preso appuntamento per farsi fare non uno, ma cinque tatuaggi in un solo giorno. Il giramento di coglioni è arrivato all’apice verso mezzogiorno, quando ho cominciato a fare le valigie e a svuotare questo che per un mese è stato il mio appartamento, a cui mi sono stupidamente affezionata. Vabbè. Fortunatamente mi chiama mio zio per chiedermi di andare a pranzo da loro. Lì, davanti a una pasta e fagioli in cui mia zia aveva nascosto della pancetta che sgamo subito (io sono vegetariana, concetto per lei assurdo), mi sfogo un po’. ...

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