Dan è quello che a me mi fa diventare matta




Dan. 

Dan è difficile da spiegare come è difficile spiegare lo spirito santo. Però io ci provo, che a me le sfide non mi fanno paura.

Dan è quello che si sveglia la mattina alle sei e venti, va in cucina, prepara la colazione per Luca, poi lo sveglia con una canzone e un miliardo di baci, lo fa ridere, gli fa la doccia, gli lava i denti, gli prepara il pranzo per la scuola, gli fa compagnia mentre fa colazione, gli mette Fly me to the Moon su Youtube e corre a far la doccia, e lo aiuta a salire sul pullmino della scuola. Sempre con un amore che uno a quell'ora lì non dovrebbe avere.

Dan è quello che capisce da un mio gesto, da una mia battuta, da un mio silenzio che ho bisogno di solitudine, e mi manda di sopra, a fare un bel bagno caldo, o a leggere. O mi manda in campagna per due giorni nel silenzio, da sola, a scrivere e a pensare. Che tanto ci pensa lui ai bambini, ai cani, alla spesa, al bucato, alla casa.

Dan è quello che non farà mai il furbetto, che non andrà mai davanti alla fila quando non tocca a lui, che non prende una penna dall'ufficio, perchè non è sua, che non dice di avere il mal di testa per non andare a lavorare. çhe non dice mai una balla. Dan non è capace di fregare nessuno. Starebbe più male lui di tutti. Non è di quelli che l'onestà fino a un certo punto, come si dice a casa mia. L'onestà o ce l'hai o non ce l'hai. Punto.

Dan è quello che mi ha insegnato ad apprezzare la musica vera. Mi ha fatto ascoltare i Velvet Underground, Stevie Wonder, Bonnie Raitt, Peter Gabriel: mi ha tradotto le parole, mi ha spiegato il significato delle canzoni, mi ha raccontato delle loro storie, mi ha fatto ascolatre la parte della chitarra, quella del basso, mi ha fatto capire come ascoltare e apprezzare la musica. Come farmela entrare nel cuore. Ancora adesso mi dice, ascolta questa canzone, e l'azzecca sempre: è sempre quella giusta, quella che mi fa venire la pelle d'oca.

Dan è quello che mi ha insegnato la pazienza, l'aspettare prima di parlare, l'ascoltare l'altro, l'arrivare preparati a discussioni di politica, con fatti oggettivi, senza dover far parabole per arrivare al punto. Fatti, Marina. Fatti. Quello che sostieni, dice, deve essere supportato da fatti. Altrimenti sono chiacchiere, sono sentito dire. Non valgono niente.

Dan è quello che mi ha insegnato a vivere con un uomo. Io, che sono per la maggior parte della vita cresciuta con donne, sono rimasta incredula davanti all'asse del cesso su, alle mutande grandi, al rasoio lasciato lì la mattina, di fretta. Lui mi ha insegnato ad apprezzare e a volte a combattere, la presenza maschile.

Dan è anche quello che mi ha dato ragione per quanto riguarda la parità dei sessi, della divisione sui lavori domestici, delle responsabilità dei genitori. Dan mi ha fatto capire che anche gli uomini possono essere femministi.

Dan `e quello che mi ha insegnato come funziona l'America, nel bene e nel male. Mi ha fatto notare gli americani che hanno influenzato il mondo, come Martin Luther King, Charlie Parker, Charles Bukowski, JFK, e quelli che lo hanno distrutto, come Reagan, il KKK, la pena di morte, il bigottismo.

Dan è quello che mi ha fatto vedere un film, e me lo ha poi raccontato come lo ha visto lui, con i dettagli che a me sono sfuggiti ma che per lui hanno fatto il film.

Dan è quello che vuole fare l'amore con me tutte le sere, perchè dice che sono la più bella e che mi ama follemente.

Dan è quello che mi ha fatto capire la semplicità di avere un figlio handicappato: basta amarlo per quello che è, e rispettare i suoi limiti. Senza limiti.

Dan è quello che davanti a una partita dei Red Sox è capace di dimenticare uno dei bambini nella vasca, e trova la poesia in un lancio di palla che tende ad andare a sinistra invece che a destra. Te lo spiega, mentre il figlio trema nella vasca. Perchè i Red Sox sono i Red Sox.

Dan è quello che prende una chitarra sfasciata e senza due corde e la fa suonare come la nona di Behetoven. Ma senza sforzo, anzi, con un senso di timidezza. Che dice che lui le canzoni non le sa suonare, ma poi gli fai ascoltare un brano di Bach e dopo dieci minuti te lo suona. O una canzone di Pino Daniele, o di Enzo Jannacci, o di Vinicio Capossela.

Dan è quello che mette la testa giu e va avanti come un treno, che se il lavoro è noioso, cerca di creare progetti che lo fanno divertire, e che fanno andare in brodo di giuggiole i suoi capi.

Dan è quello che, malgrado la sua limitata conoscenza della cultura italiana, si è sforzato di cercare di capire il mondo di mio padre, e i suoi scritti, e di capirlo veramente. È quello che fa le domande giuste, di uno che ha investito il cuore per capire il mio mondo. E dice parole in milanese, come ruera, come un basin, come te vori ben.

Dan è uno di quelli che si rimbecilliscono davanti alle robe tecnologiche, e non si porebbe mai abbassare a vedere un film in cassetta. Ci vuole il proiettore, e lo schermo così, e il sound system, e la luce soffusa, e le tende rosse, e un buon bicchiere di vino. Sennò che senso ha vedere un film?

Dan è quello che prima di andare al ristorante cerca il menu sull'Internet e decide già cosa ordinare.

Dan è quello che quando dice una cosa è quella, e quando ha detto I Do il giorno del nostro matrimonio, voleva dire prorprio I Do. Senza mai sgarrare.

Dan è quello che si corica e dopo tre secondi comincia a russare, e tu fai il suono del bacio, e lui smette per sei secondi e poi ricomincia.

Dan è quello che per me e per i bambini farebbe e ha fatto e farà di tutto. Senza mai farlo pesare. Senza discutere.

Dan è quello che non vede l'ora che arrivi mia madre per poter stare con lei e poter godere della sua compagnia, dei suoi racconti, della sua presenza, della sua saggezza. Che ama mia madre come la amo io. Che la ama per come lei ama Luca, e Sofia, e Emma. E me.

Dan è quello che porta fuori i cani che a lui stanno sulle palle. Anche se piove, o nevica, o fa troppo caldo. Perchè io gliel'ho chiesto in cambio della sabbietta da pulire.

Dan è quello che a Natale ti fa seicento regali. Tutti azzeccati. Tutti come le avresti comprati tu. Eppure Dan è la persona più diffice a cui fare un regalo, perchè lui quello che vuole se lo è già comprato.

Dan è quello che una sera di vent'anni fa, che nevicava peggio che a Natale,, alle undici, si è presentato alla festa dov'ero io e mi ha detto con un accento toscano, io sono amreihano. E mi ha convinto a rimanere con lui for ever.


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