La solita lista
Cosciente del fatto di non
essere affatto originale, ogni trentun dicembre sono lì a menarmela su come
affrontare il nuovo anno, che spero sempre porti saggezze e ricchezze che ormai
dovrei aver capito essere, per dirla alla Crozza, da sogno.
Ecco comunque cosa ho in
serbo per l’anno a venire:
- - mettermi più spesso la gonna
- - perdermi meno spesso in un bicchier d’acqua
- - saper dire la mia senza fare sempre arrabbiare chi
mi ascolta
- - trovare un negozio a Boston dove vendono i maron
glaces
- - alzarmi prima che arrivi il pulmino di Luca tutte
le mattine
- - superare la fobia dei giardinetti
- - far finta meglio
- - non farmi convincere dalla mia dottoressa di
smettere di fumare
- - essere più severa coi miei figli
- - fare del volontariato almeno una volta al mese
- - fare, tornando dal volontariato, la manicure e la
pedicure
- - sparlar meno
- - essere meno malinconica
- - andare in menopausa
- - scrivere di più
- - andare a trovare Paula a Toronto
- - essere una zia più presente
- - chiamare mia madre solo una volta la giorno, e non
due o tre, che le interrompo il suo un posto al sole
- - trovare un amico per Luca
- - trovare della buona musica
- - imparare a cucinare più cose vegetariane
- - smetterla di sperare di ritornare a vivere a New
York
- - andare di più in bici
- - sentirmi meno in colpa
- - leggere di più e meglio
- - apprezzare la pazienza di Dan
- - guardare più tele
- - imparare a fare a maglia le calze
- - mantenere i segreti
- - mangiare meno cioccolato (questa sarà impossibile)
- - riuscire ancora a stupirmi della gente di merda
- - non ammazzare le piante del mio giardino di Becket
- - non pensare sempre a mio padre
- - non essere ipocondriaca
- - farmi invitare più spesso a cena a casa di amici
- - riuscire a passare davanti allo stand del
supermercato con tutti i biscottini che avranno due chili di burro l’uno e non
comprarne neanche uno
- - apprezzare chi crede in Dio
- - non apprezzare chi non è capace di accettare le
diversità
- - smetterla di piangere per un cazzo
- - dire meno parolacce
- - saper aggiustare una presa
- - andare più spesso a Milano
- - avere più pazienza
- - apprezzare un bel piatto di parmigiana
- - cercare di parlar meno male dell’America agli
americani
Insomma, mi sa che anche
quest’anno combinerò ben poco, ma, poi penso: l’importante è il pensiero, e me
ne vado avanti bella paciarotta.
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