Mama loves Luca
Il rapporto che c’è, da
sempre, tra Luca e la famiglia di Dan è stato a dir poco indecente: nessuno si è
mai fatto avanti per dare una mano, o ha offerto una spalla su cui piangere.
Anzi: il gioco è quello di evitarlo a tutti i costi. Alla famiglia di Dan piace
molto di più Lola, il nostro cane. Con lei loro hanno un ottimo rapporto:
biscottini, carezze, coccole, la tengono se dobbiamo andare via. Sono felici di
vederla.
Luca no. Anzi si, una
volta che Dan doveva andare a fare un colloquio di lavoro qui a Boston e io ero
a Brooklyn con le ragazze, ha chiesto a sua sorella di tenerlo. Lei ha detto
si, ma dovevamo portare la nostra televisione, che non volevano che Luca usasse
la loro. Dan portò Luca e televisione. Luca venne piazzato nel seminterrato per
ore, senza che nessuno se lo cagasse, fino a quando arrivò Dan e lo trovò, sempre
nel seminterrato, in una pozzanghera di piscia e merda, perché la sorella di Dan
non si era neanche degnata di portarlo in bagno. Fu la prima e l’ultima volta
che chiedemmo di tenerlo. E loro non chiesero mai di averlo un po’ lì con loro.
Insomma, con gli anni, mi
si è formata come una vescica sul mio cuore, che si riempie di lacrime e di dolore
e che ogni tanto scoppia e fa un male pazzesco.
Stasera è scoppiata,
ancora una volta.
Il padre di Dan, che non si è mai degnato di dare un bacio a
Luca (anzi, ho la netta sensazione che gli faccia anche un po’ schifo stargli
vicino) era nella cucina della sorella di Dan. Luca era in sala, e siccome gli
ho detto che stavamo andando a casa, si è fiondato in cucina urlando ‘Nonno!
Nonno!’. Si, perché in tutto questo Luca non molla la preda: si è messo in testa
di insegnare alla sua famiglia come fare a volergli bene. Insomma, Luca va dal
nonno e lo abbraccia. Il nonno con la faccia inferocita, toglie le braccia di
Luca attorno al suo collo, e lo spinge malamente. Luca va a sbattere sul forno
dietro di lui. Io e la sorella di Dan rimaniamo assolutamente allibite. Abbiamo
fatto un salto di qualità: siamo arrivati alle mani. Io chiamo le mie figlie, e
con un nodo alla gola e gli occhi lucidi mi incammino verso la macchina.
Luca intanto è stato preso
da Dan, che non aveva assistito alla scena in cucina. Non si dà per
vinto e torna all'attacco dal nonno ad abbracciarlo. Stessa scena: lo prende di malomodo e
lo stacca da lui con un’espressione tra il disgusto e l’incazzato. Dan ovviamente interviene:”Papà, cosa fai? Vuole solo abbracciarti! Ma non capisci
che è autistico?” Il padre di Dan scocciato dice,:” Ok, dai allora, faglielo
fare!”, come per sfida. Luca lo rifarebbe ma Dan lo allontana mandando a cagare suo
padre. Prende Luca e insieme arrivano in macchina.
Dan è furioso. Non l’ho
mai visto così incazzato con suo padre in venticinque anni che lo conosco. “È
un pezzo di merda”, dice a voce alta. Luca, da dietro, continua a dire “Where
is nonno?”, perché lui gli vuole bene.
Un bene sprecato, perché
non sarà mai condivisio. Ma ancora una volta imparo da Luca: per lui è importante dare
amore, ma non perché ne vuole indietro un po’. Luca ama perché ama. È un amore
senza prezzo, che non richiede niente in cambio. Luca ha fatto la stessa corte
alla sorella di Dan e a suo cognato per anni: arrivava e li abbracciava, li
portava con lui sul divano ad ascoltare la musica, gli faceva vedere il suo
Ipad e diceva “Listening to Oh Brother!” Imperterrito. Ha insegnato loro come
si fa ad amarlo. E loro, dopo anni, stanno adesso cedendo alla corte: la
sorella di Dan continua a non andare mai da lui, sia ben chiaro. Ma quando lui
va da lei, mi sembra che lei abbia più idea di cosa fare. A volte ho anche l’impressione
che le faccia piacere. Lui l’ha conquistata.
Lui: un ragazzo sedicenne
autistico e con la sindrome di Down, che in teoria dovrebbe essere compreso,
accettato e amato dalla sua famiglia a priori che insegna alla sua famiglia ad amarlo. Ha del miracoloso. La maggior parte delle persone
autistiche, tra l’altro, non sono neanche in grado di mostrare il loro affetto,
ingigantendo enormemente la condizione già assolutamente debilitante. Noi
abbiamo il miracolo (non trovo altro termine adatto) di avere una persona autistica che vive per gli abbracci,
le coccole, l’attenzione. È tutto grasso che cola, per dire. E non solo: lui è disposto a farsi rifiutare, a farsi isolare, a farsi spingere in malomodo pur di avere un minuto d’affetto.
Lui non demorde.
Stasera, dopo che il nonno è
arrivato alle mani, la vescica ha fatto puff mentre ero seduta nella macchina
silenziosa, impietrita. Si sentivano soltanto i miei singhiozzi di dolore.
Ancora una volta Luca si è fatto avanti, rompendo il silenzio: “Mama loves Luca
and Luca loves mama”.
Si, mama loves Luca.
Forever.
Gli altri non se lo
meritano il suo amore. Ma lo so che lui non molla. Perché lui è una persona
migliore di me.
Luca loves mama.
Marina, che colpi bassi così di prima mnattina! e oggi sono anche truccata e mi cola il mascara sulla faccia. Mandateli affanculo! e tenetevi la vostra bolla d'amore, faticoso sì ma impareggiabile! Alessandra
RispondiEliminasilvia loves marina and luca. e gli altri 'ndu culu ai maya...
RispondiEliminasilvia
Marina, che comportamento imperdonabile. Ma perché fanno così?
RispondiEliminaGrandissima lezione d'amore, viene da Luca. Giuseppe Catozzella
Ecco. Son capitato qui per caso. Hai scritto delle cose che mi hanno colpito dritto al cuore e vorrei ringraziarti.
RispondiEliminaBiagio
Signora, lei mi fa piangere quasi ogni volta che leggo i suoi post. Poi quando vedo quanto somiglia a suo padre mi fa piangere ancora di più. Mannaggia.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Gentile Marina,
RispondiEliminacapito da queste parti di rimbalzo. Spesso navigo alla ricerca di nuovi documenti riguardanti Suo padre. Apro e chiudo parentesi: non sono riuscito ad apprezzarlo del tutto all'epoca, ma da un decennio ne ho riscoperto la figura umana, professionale e letteraria; faccio ammenda. Con le Sue testimonianze, scopro tutt'un altro mondo e tutta un'altra storia, sebbene affrontati con tracce del medesimo spirito, com'è giusto che sia. Lei scrive: "per lui è importante dare amore, ma non perché ne vuole indietro un po’. Luca ama perché ama. È un amore senza prezzo, che non richiede niente in cambio. E non solo: lui è disposto a farsi rifiutare, a farsi isolare, a farsi spingere in malomodo pur di avere un minuto d’affetto. Lui non demorde.". Penso a noi che siamo "tecnicamente perfetti" ed a come amiamo noi ed ai prezzi che imponiamo ai nostri sentimenti ed alla paura di essere rifiutati che ci trasforma in cloni uno dell'altro. Io credo che se il sonno della ragione genera mostri, una ragione troppo desta non produca nemmeno frutti poi tanto succosi. Non me ne uscirò con il solito, inutile tentativo di illuderla d'essere fortunata per quanto vive: della Sua fortuna o sfortuna, il miglior giudice è Lei stessa. Ma non si giudichi migliore o peggiore di altri. Se riesce, guardi a quanto di miracoloso esprime Suo figlio con gli occhi orgogliosi, giusto un zicchinino, di chi ne sia in parte l'artefice. Con gli occhi buoni di Suo padre.
Vi "conosco da poco" (dalla presentazione del tuo libro alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano), quanto tempo ho perso! Vi voglio bene. Paola
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