Forkgate: problemi di pizza per de Blasio
Riporto qui un articolo che ho scritto stamattina sulla Smemoranda, in cui vi racconto dell'ultimo scandalo americano (sono tremendi).
Questa settimana in America sono successe tante cose. Il
governatore Chris Christie del New Jersey (che già non ha genitori con molta
fantasia, visto il nome), per esempio, è stato implicato in due scandali, il
primo riguardante un blocco del traffico su un ponte per lavori fasulli,per
farla pagare ai suoi nemici politici. Risultato: una donna è morta in ambulanza perché non ha raggiunto l'ospedale in tempo e alcune macchine della polizia hanno ritardato nella ricerca di un bimbo di 4
anni, che si era perso. Il secondo riguarda invece due milioni di dollari
federali arrivati per Sandy che lui avrebbe usato per la sua campagna elettorale
(tutto il mondo è paese, raga). Poi c’è stato il tipo che ha sparato a quello
seduto vicino a lui al cinema perché mandava degli sms, i Golden Globes (Servillo
for President!) e la battaglia all’ultimo sangue per arrivare al Superbowl (nel
senso di football americano).
Ma lo scandalo che più ha fatto parlare è stato il Forkgate: il neo sindaco di New York
Bill de Blasio che si presenta in pizzeria e mangia la pizza con forchetta e
coltello. Perché anche per gli americani, a tutto c’è un limite, perdìo. Ne
hanno parlato tutti i giornali (Wall Street Journal compreso), e non solo
americani, le radio, i telegiornali ma soprattutto i newyorkesi, che si sono
sentiti molto offesi.
Pare (ve lo dico anche perché se capitate a New York e
andate in pizzeria non fate la solita figura di merda) che a New York la pizza
si mangi con le mani, e che mangiarla con le posate sia sacrilegio. “Blasphemy”
l’ha chiamata Charles Greinsky, amico di de Blasio, testimone oculare dello
scandalo. E conclude, in un’intervista al New York Times: “He is from Boston.
He doesn’t know any better” (non traduco, perché è programma di terza media).
Bill de Blasio ha risposto allo scandalo ricordando ai suoi fellow newyorkers che siccome lui è
stato tante volte in Italia, stava semplicemente mangiando la sua pizza come si
fa in Italia (tranne mia sorella Serena, che anche lei va di mani).
Ora a me è venuto un dubbio: ma la pizza che mangiava alla
Pizzeria GoodFellas di Staten Island come sarà stata? Talmente italiana da
doverla per forza mangiare con le posate? Si sarà forse confuso e pensava di
essere a Napoli? Me lo chiedo perché ne ho visti tanti di menù delle pizzerie
qui, e vi assicuro che producono delle pizze che in Italia sono considerate
reati perseguibili per legge sia per quantità che per combinazioni di
ingredienti. Cerco su google il menù di
Goodfellas, e non rimango sorpresa più di tanto.
Sulla SALLY PIE (=pizza Sally), per esempio, c’è: pollo con
limone e aglio, patate arrosto con rosmarino, mozzarella, formaggio Cheddar
(roba americana), cipolle, funghi, e crema di cipollotto e formaggio. In Italia
vale sei anni di carcere (quattro con la condizionale, una settimana con la
telefonata della Cancellieri).
Oppure c’è la BUFFALO CHICKEN PIZZA che ha: provolone,
mozzarella, salsa Buffalo (una salsa americana che si mette sul barbecue),
pollo impanato, e una bruschetta (che si pronuncia bruscetta. Una volta mi
hanno corretto. Giuro). Sulla pizza. Una bruschetta. (Otto anni, senza
condizionale per via della pronuncia da ignoranti).
Non mancano poi i famosi spaghetti
with meatballs (un piatto di spaghetti sicuramente scotti e senza sale con
sopra delle polpette grandi come delle arance), e una lunga lista di Italian Heroes (che non sono eroi, ma
panini. Forse l’eroe vero è chi riesce a mangiarlo tutto in un pasto), tra cui
il Goodfellas (prosciutto, salame,
provolone, mozzarella, peperoni e salsa Italian, che non si capisce cosa sia).
Ecco, per dire che mentre si stupiscono delle posate, io non
smetterò mai di stupirmi del cibo cosiddetto Italian. Un vero scandalo, altro che Forkgate!
Fatemi un favore: invitiamo mister de Blasio in Italia più
spesso, così non muore di colesterolo alto tra sei mesi.
Grazie.
Commenti
Posta un commento