Per quando balla l'occhio
“Mi balla l’occhio, si
vede?”, mi chiede Emma addentando il suo panino con la Nutella. No, non si
vede, le dico, ma le racconto di quando, un milione di anni fa, io e suo padre
abitavamo in un appartamentino del New Jersey, e un giorno come un altro ci
siamo alzati, abbiamo fatto la colazione, la doccia. Lui è andato a seguire i
suoi corsi di dottorato in unviersità, io i miei di grafica pubblicitaria nella
mia di università. Poi ci siamo incontrati a casa nel pomeriggio, e abbiamo deciso
di sposarci proprio quella sera lì.
Io mi sono messa una
gonna nera, e Dan è andato dal fiorista a comprarmi dei fiori rossi. Poi
abbiamo chiamato Richard e altri due amici e abbiamo detto: venite che vogliamo
sposarci? e siamo andati tutti insieme al Comune del paesino.
Il signor sindaco era con i
piedi sulla scrivania a sorseggiare una birra acquosa, la segretaria ci ha
fatto accomodare in una stanzetta e ci ha detto: il signor sindaco è impegnato, ma
arriva subito. E invece era lì con la birra e i piedi sulla scrivania: lo so
perché aveva la porta aperta dell’ufficio. Poi dopo che abbiamo aspettato, Dan
gli dice, da lontano: signor sindaco, scusi ci può sposare? e lui ha fatto un balzo e ha detto, si
certo, entrate pure.
Richard faceva sia da
testimone che da fotografo, e ha fatto una foto di una macchinina comandabile
del signor sindaco, che era in un angolo dell’ufficio. Me lo sono immaginato, il signor sindaco al parco, la domenica, con il telecomando in mano e la macchina che
faceva per magia tutto quello che lui gli diceva di fare.
Ci ha detto di metterci
in piedi uno di fronte all’altro, e ci ha chiesto se avevamo gli anelli. Si, li
avevamo comprati nella bancarella frikkettona del Village: 2 per 10 dollari. E
quando io mi sono vista Dan di fronte che mi sorrideva impacciato ha cominciato
a ballarmi l’occhio destro, e non sono riuscita a concentrarmi su quello che diceva
il signor sindaco perché continuavo a pensare: chissà se si vede che mi balla l’occhio,
chissà cosa pensa il signor sindaco, o Dan, o Richard.
Per cui mi sono
ritrovata sposata ma non so cosa ho promesso di fare per Dan. Ho detto yes I do
perché l’avevo sentito dire in un film che poi alla fine si sposano.
Poi siamo andati a
mangiare un hamburger, ma non mi ricordo se l’occhio ballava ancora.
Emma ha ascoltato e poi
mi ha chiesto un bicchiere d’acqua.
Ero qui che pensavo ma la Marina la scriv pu'(ci vorrebbe la dieresi ma il mio IPad non ce l'ha...), non scrive più ?
RispondiEliminaT'è vist? :-)
RispondiEliminaGrazie :-)
RispondiEliminae poi...?? facciamo che tutte le settimane ci racconti pezzo per pezzo il resto della Storia ?
RispondiEliminaCiao Rossella
non avevo avuto il tempo di leggere questa storia. Come sempre preziosa. Brava Emma.
RispondiEliminaMi piacciono le storie in cui ti rivedi e ci sei talmente dentro che ti sembra di sentirlo, quell'occhio ballerino.
RispondiEliminaRaffaella