Roba da non crederci
Stamattina mi sono svegliata presto, e senza neanche aver perso un dente, ho trovato sotto il
cuscino questa lettera. Con il vostro stesso stupore, la pubblico senza indugi,
anche per correttezza nei confronti di Frank.
Mi sa che ho trovato un amico: il primo qui a Becket!
Becket, 4 agosto 2014
Gentile Signora Viola,
Ho letto con molta attenzione la sua lettera e mi sento in
dovere di risponderle. Prima di tutto mi presento, così la smette di chiamarmi
Signor Topo con quel tono di superiorità che francamente dopo un po’ stufa
anche. Mi chiamo François, ma tutti ormai mi chiamano Frank, e mia moglie si
chiama Geneviève, siamo originari del Quebec ma ci siamo trasferiti qui per
questioni politiche, e abbiamo sei figli, non otto come pensa lei.
Abitiamo a Becket ormai da qualche anno, e mi creda, la vita
qui non è facile: i predatori si sprecano, e li sentiamo sghignazzare la sera,
mentre sgranocchiano qualche amico o vicino. Ci sono opossum, puzzole,
procioni, volpi per non parlare di tutti gli uccelli che in zona svolazzano
alla ricerca di qualcuno di noi, che si mangiano manco fossimo dei pop corn.
Mi rendo conto che da essere umano, lei non ha di questi
problemi e casomai siamo noi animali ad aver paura di lei. Questa ineguaglianza
profondamente discriminante e degradante tra la sua specie e la mia è da anni il mio cavallo di battaglia, e il motivo per cui sono scappato dal mio
Paese. Ho fatto parte di un gruppo rivoluzionario sovversivo, responsabile di aver organizzato manifestazioni, petizioni, referendum, occupazioni, sit-in, nella speranza di
ottenere almeno un minimo di parità tra voi e noi. Ma molti di noi topi abbiamo ancora troppa paura per ribellarci.
Sono sempre più convinto, dopo anni di
latitanza, che la nostra specie sia molto più pacifista, egalitaria e
democratica della sua e spero che non se la prenda se le dico ciò. Sento dai discorsi con suo marito (Dan, mi pare si
chiami) di bombardamenti a Gaza, di bambini morti, di persone che abbandonano
infanti perché hanno la sindrome di Down, di gente che muore di fame. Noi
avremmo anche la coda un po’ schifosa e la pelliccia (tra l’altro neanche di
valore), ma almeno abbiamo rispetto per la natura e per il genere animale
tutto, uomini e donne compresi.
Ma non le scrivo per parlare di politica. Le scrivo per
dirle che io e la mia famiglia non abbiamo nessuna
intenzione di disturbare la sua vacanza, si capisce dal suo rigirarsi nel letto
la notte, che è stressata e che un paio di settimane in campagna le fanno più
che bene. Io e Geneviève ne abbiamo discusso a lungo, e abbiamo deciso che per
il periodo in cui lei rimane nella nostra casa (a questo punto mi permetto di
sentirmi un po’ padrone anch’io) ci trasferiremo a casa di amici. Hanno anche
loro dei figli dell’età dei nostri e hanno appena finito di costruire una
casetta ben nascosta. Staremo stretti, ma noi ai sacrifici siamo abituati.
Le chiedo soltanto un favore ed è quello di non buttare via
i semi che abbiamo finora raccimolato. Se le dà fastidio dove li lasciamo, li metta lei da qualche parte e poi scriva pure un bigliettino con le
indicazioni di dove sono. Sarebbe davvero un disastro affrontare l’inverno
lungo del New England con poco cibo, soprattutto con due figli adolescenti che
si mangerebbero anche il piatto! Vedo che lei ne ha due, mi capisce.
Ho conosciuto il suo cane, quello con la faccia da mastino
(mio figlio dice che è un boxer) che dorme sempre sul letto dove io e la mia
famiglia ci siamo accampati per l’estate. Ieri sera passavo davanti a Lola, (mi
pare di averla sentita chiamare così), e per sbaglio le ho sfiorato un baffo.
Mi creda, mi sono visto passare la mia vita davanti agli occhi, e sono rimasto immobile
come un sasso. Lola ha pigramente alzato una palpebra e il suo occhio, per me
enorme, ha incontrato il mio. Ma ha richiuso quasi subito la palpebra ed è
finita lì. Brotherhood, si dice qui in America.
Ieri sera, dopo aver messo a letto i bimbi, abbiamo guardato
con lei The Usual Suspects: film strepitoso con un Kevin Spacey da favola.
Speravamo di vedere un altro film stasera, ma non vorremmo esagerare con le
richieste. Magari noi lasciamo una lista di cosa ci piacerebbe riguardare, e
poi veda lei.
A proposito di film (e poi devo andare che cominciamo a fare
scatoloni): nella sua lettera mi raccontava di Walt Disney e dei topi nel film
di Cenerentola e devo ammettere che anche io ho avuto una reazione avversa:
odio, quando si parla di noi topi, il modo in cui veniamo stereotipati, manco fossimo tutti pappa e ciccia con voi umani. Aggiungo alle sue
critiche anche il fastidio nel vedere come i ruoli maschili e femminili siano semplificati all’eccesso: con l’onda femminista degli anni sessanta si sperava che le cose cambiassero, e invece...La parte
però che più mi ha irritato del film è stata la presenza della fatina, che se
avesse davvero tutti quei poteri magici si sarebbe fatta bellissima, e invece
diciamolo una volta per tutte: la sua stazza e i tratti del viso lasciano molto
a desiderare. E poi tutti a cantare ogni due per tre. Eccheccazzo!
Mi piacerebbe un giorno parlarne con lei più a fondo, ma
purtroppo il dovere mi chiama ancora una volta. Spero che un giorno lei, con la
giusta dose di terapia, riesca a superare il suo terrore nei confronti della
mia specie, perché secondo me andremo d’accordo.
Con stima,
Frank & family
:)
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