Cose da fare (quando non si ha niente da fare)
Ho finalmente finito di scrivere tutti i capitoli del libro e l’ho mandato
alla Rizzoli qualche giorno fa. Ho consegnato l’articolo che ho voluto scrivere
sull’articolo che parla di femminismo nell’ultimo numero di New Republic.
Dovrei trascrivere un’intervista, ma non ho voglia. Mentre aspetto le
inevitabili correzioni dall’editor e altro da fare, mi ritrovo a girar per casa
a far niente. La cosa che mi spiace quando non ho niente da fare è che,
conoscendomi, so che meno faccio e meno farei, e che il tutto si trasforma dopo
poco in depressione.
Giusto per far qualcosa, quindi, scrivo una lista di cose
da fare quando non c’è niente da fare. La condivido con voi, che se vi trovate
a non far niente magari vi torna utile.
Eccola:
- - guardare su youtube dei video di musica che non
ascoltavi da anni e ricordarti il motivo per cui non la ascolti più. Questa
attività può durare ore, perché da un video di Umberto Tozzi (si, ho fatto anche
questo) si arriva a un documentario sugli ultimi anni della vita di Charlie
Chaplin, e ti domandi perché sprechi così tanto tempo della tua sicuramente
breve vita, dati i vizi vari che hai
- - tingerti i capelli da sola, ma del colore
sbagliato
- - leggere tutto il New Yorker, comprese le
recensioni sui programmi televisivi che non guarderai mai
- - riprovare a suonare il pianoforte dopo anni, e
accorgerti che tutti gli anni di lezioni private con la signorina Conforti, in
fondo, sono serviti. Riprendere lo spartito di Shumann (Primo Dolore) che avevi
studiato con lei duemila anni fa, che ha ancora i suoi commenti scritti a
matita (‘a due mani!’, fa bemolle!’, ‘più veloce!’) e ricordarti la prima
pagina a memoria
- - pensare che sarebbe bello fare un giro in bici,
e poi dire no dai che mi sono appena tinta e come diceva Renato Zero,
‘quell’elmetto mi sconvolge i capelli...’ (te lo ricordi perché hai visto anche
quello su youtube)
- - leggere seduta per terra in camera tua, in
pigiama ma con l’idea che adesso fai la doccia, solo l’ultimo capitolo di un
libro iniziato da mesi e mai finito per pigrizia. E commuoverti
- - usare il soffione della doccia come microfono e
cantare a squarciagola ‘Passeggiando in bicicletta accanto a te’, perché stavi
pensando di andare in bici, ma poi non l’hai fatto
- - chiamare il cane sul lettone (cosa proibitissima)
e rubare due coccole, aspettando inutilmente un segno di fusa per poterlo
scrivere su facebook: “Il mio cane fa le fusa!” e giù tutti a dire che figata
-
- - pensare che sicuramente qualcosa da fare ci
sarebbe, e che sei tu che sei pigra. Alla mamma non capita mai di annoirasi. E
pensare che, come farebbe lei, ci sarebbe dell’argento da pulire da qualche
parte, o da stirare (ma chissà dov’è il ferro da stiro...) e che sono due mesi
che non fai la polvere. Ma poi pensi, un giorno in più senza polvere che
differenza fa?
- - rubare la Nutella
- - guardare per l’ennesima volta lo spettacolo di
Louis CK al Beacon Theater con i sottotitoli in tedesco. E ridere come la prima
volta
- - guardare fuori dalla finestra e pensare che bella
giornata, eppure non avere nessuna voglia di uscire
- - fare i letti (ma con molta calma)
- - non temere la prima ondata di inevitabile
depressione, che arriva inesorabile e quasi ti fa compagnia
- - fumarsi una sigaretta e pensare che sarebbe
anche ora di smettere, ma cosa smetti a fare se tra due mesi arrivano mamma e
sorelle, che fumano...
- - coricarsi per terra in sala e chiudere gli occhi
per immaginare di essere da tutt’altra parte.
Poi arrivano i figli da scuola che spezzano il silenzio che
due secondi prima opprimeva, ma adesso già manca.
Non sono mai contenta.
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