Il mio 2015
Sto decisamente diventando vecchia, pensavo stamattina
guardandomi grondante allo specchio, dopo una doccia intera a cantare Thank You
di Alanis Morrissette (altro indizio della mia vecchiaia ormai avanzata): mi
sono dimenticata di fare la lista dei buoni propositi per il 2015 e siamo già a
fine gennaio. So che aspettate impazienti, e mi scuso di questa disattenzione (anche se, francamente, potevate ricordarmelo...).
Non sono una bella persona: non mi sceglierei mai come partner o amica.
Ma rimedio subito. Eccola:
Nel 2015 non romperò più le palle a Dan: se ha voglia di
fare una cosa la fa come vuole lui, senza di me che dico si fa così si fa cosà;
se non ha voglia di uscire, sta a casa, senza che io stia lì a cercare di
convincerlo. Ormai è grande, e io anche.
Poi, prima o poi, perderò quei dieci chili che dovevo perdere nel 2014,
nel 2013, nel 2012 e anche negli anni Novanta. Basta: mi hanno rotto i
coglioni.
Sarà l’anno in cui cercherò di essere più stronza, e non
dirò: ‘ma non ti preoccupare, va benissimo’, oppure: ‘capisco perfettamente’, o
addirittura: ‘anch’io l’avrei fatto se fossi stata nei tuoi panni’. Sono tutte
palle: preoccupati, non capisco e mai mi sarebbe venuto in mente di fare una
roba del genere. Sappilo. Siamo nel 2015 e si cambia solfa, ciccio mio.
Voglio fare più cose da sola: viaggi, esperienze, conoscere
gente che poi conosco solo io, andare al cinema, stare nel mio studio.
Perché siccome siamo nel 2015, devo cominciare a capire se dovrei piacermi di
più o no, ma prima di decidere definitivamente, devo conoscermi meglio.
Il 2015 sarà un anno della madonna per quanto riguarda l’ordine
in casa, nel senso che mollo pure quello (scusa, mamma): me ne voglio fregare
se ci sono i piatti da fare, se la sala fa schifo, se i letti sono sfatti.
Tanto frega solo a me.
A differenza del 2014, quest’anno voglio esplorare altre
marche di: assorbenti, lenticchie, birra, vestiti (non di scarpe, però), caffè,
cicche e stampanti. Perché uno non è che può sempre fare le stesse cose. O no?
Voglio provare a scrivere un libro per bambini con Emma. E
fare anche le illustrazioni, che tre anni di grafica pubblicitaria dovrebbero
prima o poi essere sfruttati. E voglio anche trovarmi un lavoro che paghi (anche male, dico).
Nel 2015 non sarò mai in ritardo: questa lista, che arriva
tre settimane dopo la sua scadenza, sarà l’ultima cosa che faccio tardi.
E scusa, Richard, se ieri sono arrivata dieci minuti dopo: non trovavo
parcheggio (giuro).
Voglio sì continuare a farmi la crema per il corpo in casa, ma mi
impegno anche di imparare a fare altre cose, tipo scrub con lo zucchero, una
gonna (a maglia), i maron glacé e a usare la motosega, che mi sono comprata
anni fa e è ancora lì nella scatola. E a suonare una canzone di Sergio Caputo alla chitarra, senza ridere e senza sbagliare le parole.
Poi non voglio assolutamente che mi si dica di smettere di
fumare, o di bere meno, o robe del genere. Quelle robe ho intenzione di
continuarle, anche perché altrimenti nel 2016 cosa ci metto nella lista dei
buoni propositi? O no?
Poi: più tacchi, più letture, più passeggiate, più musica,
più lavoro, più trucchi (nel senso di maquillage).
Ed è già quasi dicembre (non ce la farò mai).
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