Diciannove anni fa.
Diciannove anni fa stavo insegnando italiano a una
studentessa un po’ noiosa, quando ho sentito la prima contrazione, e mi è
sembrata un’ottima scusa per mandarla a casa.
Diciannove anni fa ho chiamato Dan in ufficio e gli ho
detto: “ci siamo”. Lui si è presentato subito dopo, armato di orologio con
lancetta dei secondi, carta e penna.
Diciannove anni fa io e Dan abbiamo deciso che, prima di
andare in ospedale a partorire, avremmo dovuto vedere la puntata di Seinfeld
delle 19, che tanto le contrazioni potevano aspettare una mezz’oretta. Da quella puntata abbiamo avuto lo spunto per chiamare Luca Mister Shmoo.
Diciannove anni fa sono entrata in ospedale stanca e
agitata, e a Dan è stato quasi subito offerto un panino con il pollo, che ha
mangiato di gusto.
Diciannove anni fa, dopo ore di contrazioni, il mio corpo mi
ha fatto capire di spingere fuori dal mio utero il mio bimbo, mentre il corpo
di Dan gli ha fatto capire che il pollo del panino era marcio, e ha cominciato a vomitare
fino a quando l’ostetrica, scocciata, l’ha spedito al pronto soccorso.
Diciannove anni fa, dopo tre ore di spinte e di dolori, è
uscito da me Luca, ma non sapeva respirare bene, e gli hanno dato diverse pacche
sulla schiena piccolissima con occhi terrorizzati prima che si mettesse a
piangere.
Diciannove anni fa ho incontrato Luca, che era bruttissimo
con un occhio paonazzo dallo sforzo di venire al mondo e una testa a cono piena di capelli biondi.
Diciannove anni fa credevo di avere un bimbo normalissimo, e
di autismo avevo sentito parlare due volte: una da mia sorella Anna, che allora
lavorava per l’Anfas, e una da Hollywood quando avevo visto il film Rain Man.
Diciannove anni fa, ore dopo la nascita di suo figlio, Dan è
venuto a incontrarlo, accompagnato da suo padre perché non riusciva a reggersi
in piedi, e gli ha detto :"Welcome to the world, my sweet Luca” e io ho pianto
di felicità. E di dolore, che partorire fa un male della Madonna.
Diciannove anni fa siamo tornati a casa e io e Dan ci siamo accorti di non avere nessunissima idea di come cambiare pannolini, vestire o
svestire un neonato, allattarlo, metterlo nel seggiolino della macchina. Però
io gli cantavo le canzoni di Jannacci e Dan di James Taylor, e come per magia si
addormentava.
Diciannove anni fa non sapevo di avere dentro di me
abbastanza forza per superare l’insuperabile e per affrontare l’inimmaginabile.
Diciannove anni fa non sapevo che questo tipo di viaggi
all’interno delle tenebre, del terrore e dello sgomento si fanno da soli, e che
niente e nessuno che gli altri possano dirti serve.
Diciannove anni fa ho scoperto che ci sono forme diverse di
sindrome di Down, forme diverse di autismo, forme diverse di amore, forme
diverse di affrontare gli anni di vita che sono dati in omaggio a tutti noi,
dal momento della nostra nascita fino a quello della nostra morte.
Diciannove anni fa ero una persona diversa, più povera
dentro e più ingenua. Però più giovane e anche più figa.
Se incontrassi la Marina di diciannove anni fa, all’uscita
di quell’ospedale, le direi che si può trovare la serenità e la felicità sempre
e comunque.
E poi la abbraccerei.
(Nella foto: Luca, a un anno circa)
Un mondo di auguri a tuo figlio Luca che è nato il mio stesso giorno, anche se qualche annetto dopo! :) ^_^
RispondiEliminaAuguri Luca! un abbraccio stretto anche a Marina:) Paola
RispondiElimina9 anni fa è nato Enea.
RispondiEliminaMicaela, la sua mamma, aveva subito una operazione alle anche, per avere lo spazio necessario e sufficiente a poter contenere un bimbo.
Due bimbi hanno deciso di sceglierla come mamma, ma se ne sono andati prima di incontrarla.
Poi è arrivato LUI. Enea.
Gambe lunghe ed occhi azzurri.
Down.
Autistico.
Enea non ha mai detto mamma.
Credi, darei un bel pezzo della mia vita perchè riuscisse a dirlo.
Enea vive in campagna, ama gli animali, gioca con i suoi cani.
Miki è una mamma speciale.
ed Enea è un amore speciale.
e nulla di ciò che viene detto serve.
Lui è un amore speciale.
Emanuela