Il due novembre? Mai festeggiato
Stanotte ho fatto un sogno orrendo: ero seduta su una panca
in una stanza che aveva una grande vetrata, e dall’altra parte della vetrata ho
visto passare mio padre. Volevo urlare papà! papà!, ma dalla mia bocca non
usciva nessun suono e intanto lui se ne andava, e si perdeva nella folla
vacanziera di un aeroporto enorme. Cercavo di alzarmi per raggiungerlo ma
cadevo. Mi rialzavo e battevo le mani contro il vetro, ma ormai era tardi.
Mi sono svegliata, sudata, e mi sono accorta di avere urlato
nel sonno. Dan mi ha rassicurato che è stato solo un brutto sogno, mi ha abbracciata
e ci siamo riaddormentati così.
La mattina racconto il sogno a Dan e lui mi guarda
sconvolto: anche lui ne ha fatto uno del genere: cercava disperatamente di
telefonare ai suoi genitori, ma loro non rispondevano, o lui sbagliava numero o
era occupato e poi si è accorto, nel sogno, di aver perso l’attimo, l’unico
attimo che aveva per sentirli ancora.
Mi sono subito venute in mente un po’ di cose.
La prima è che ormai io e Dan siamo insieme da talmente
tanti anni che sincronizziamo anche i sogni. Altro che Apple, per dire. Avevo
letto da qualche parte che una coppia insieme da tanto tempo sicronizza il
respiro, e che i due cuori cominciano a pulsare insieme. Non so se sia vero, ma
non mi stupisce l’idea che non solo la nostra emotività ma anche la nostra
fisicità siano ormai fuse insieme. Sento di essere in ottime mani, ma mi
preoccupo un po’ per lui, che invece si è scelto una come me.
Un’altra cosa a cui ho pensato subito è che io non ricordo
di aver chiamato mio padre, cioé non mi ricordo di aver pronunciato la parola
papà e la persona a cui mi rivolgo si è voltata verso di me. Nel sogno, infatti
mi ricordo di aver notato la sensazione di stranezza nel pronunciare quella
parola, dopo ben più di trent’anni, e di pensare alla tristezza di non doverla
mai più usare. Non è infatti un caso che nel sogno la voce non fosse venuta
fuori, malgrado i miei sforzi.
Poi ho pensato al due novembre, il giorno dei morti: mai
festeggiato, mai pensato a mio padre o ai miei suoceri, tutti e due morti, in
questa giornata. Mai associata al cimitero, per dire. Per me il 2 novembre è un
giorno come un altro. Eppure non è neanche un caso che sia io che Dan prorpio
questa notte abbiamo sognato un modo per riconnetterci in qualche maniera con i
nostri genitori. Chissà che sogno sarebbe stato se io o Dan fossimo invece riusciti
a parlare con loro, se sarebbe stato comunque un brutto sogno o invece se ci
avrebbero detto delle cose belle, magare anche i numeri da giocarci al lotto,
per dire.
Ho pensato a queste e a tante altre cose, dopo aver saputo
che io e Dan abbiamo fatto più o meno lo stesso sogno, ma poi ho smesso di pensarci
e mi sono fatta un caffè e amen.
questa è strana però
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