Il mio Fertility Day: michetta e pisello
Carissima ministro Lorenzin,
a quanto ho capito qui da Boston, oggi è il Fertility Day,
cioé il giorno in cui il governo ci ricorda di procreare. Io la mia bella parte l'ho
fatta: ho procreato ben tre volte, producendo un maschio, autistico e anche un
po' strano, una femmina timida ma geniale e un'altra femmina, che ha deciso di
nascere, ignorando il fatto che io prendessi la pillola.
Ho cercato di spiegare alle mie due figlie, negli anni, come
nascono i bambini, e cioé la fertilità. Anche per noi progressisti e di
sinistra a volte è difficile trovare le parole per farlo. Ho tentato di
ricordare il modo in cui me lo avevano spiegato i miei genitori, perché ho
pensato che qualunque spiegazione mi avessero dato, non mi sembra che abbiano
creato un grave trauma. Niente che una buona terapista non possa affrontare,
comunque.
Ho iniziato alla larga, spiegando a Sofia, quando aveva tre
anni, che non c'è niente che i maschi fanno e che non possano fare anche le
femmine: anche ai maschi può piacere una bambola e anche a una femmina può
piacere un supereroe. Le avevo detto che l'unica differenza, a quell'età e
anche oltre, tra un maschio e una femmina è che il maschio aveva una cosa tra
le gambe un po' lunga chiamata pisello, e la femmina aveva come un taglietto
chiamato michetta. Il resto, per ora, non importava. Aveva capito e accettato
il concetto senza fare ulteriori domande: aveva visto quella roba un po' lunga
osservando suo fratello e suo papà quando uscivano dalla doccia, e sapeva di
avere una cosa diversa da loro, per cui avevo risolto tutti i suoi dubbi.
Poi un giorno che eravamo in macchina io lei e il suo amico
Maceo, succede che in cielo c'è unarcobaleno che neanche il film di Hollywood.
Chiedo a Maceo: "Ti piace l'arcobaleno?" e la sua risposta arriva
quasi automatica: "No, perché è una cosa da femmine". Guardo Sofia
dallo specchietto retrovisore che mi guarda allibita. Chiedo a Maceo: "
Ma, secondo me l'arcobaleno piace anche ai maschi. Secondo te qual è la vera
differenza fra maschi e femmine?" Nessun bambino di tre anni ha una
risposta pronta, ovviamente, per cui capisco la sua perplessità. Vedo Sofia che
suggerisce, puntando il dito sulla sua michetta: voleva dire a Maceo che la
differenza sta lì, tra le gambe. Maceo la guarda ancora più confuso e risponde:
"Ah sì, ho capito: è la cintura di sicurezza!".
Sette anni dopo nasce Emma, che dopo la gravidanza della
Vergine Maria è forse il mistero più grande: la gravidanza inizia malgrado il
pochissimo sesso e la pillolina serale, ingoiata regolarmente. Ma d'altronde lei
è così, ha quell'entusiasmo che spezza catene, che brucia ogni certezza.
Insomma, nasce questa bomba atomica che noi chiamiamo Emma, e dopo qualche anno
anche lei chiede: "Ma io, da dove sono nata?".
Senza battere ciglio le rispondo: "Dalla mia
michetta". Silenzio. "Come ho fatto ad arrivarci?" Le spiego
quello che mi avevano spiegato i miei genitori: il maschio ha il pisello, che
ha dentro dei semini. Ogni tanto i maschi e le femmine fanno michetta-pisello,
e cioé il pisello entra nella michetta, e il corpo della donna sa esattamente cosa
fare dei semini: li tiene al caldo così a poco a poco diventano dei bimbi
piccoli, e dopo nove mesi, quando i bimbi sono pronti per uscire, spingono,
spingono e spingono fino a ché non escono da dove erano entrati
all'inizio". Emma ci pensa un attimo e poi dice: "I don't want to
talk about it!".
Ecco, questo è il mio contributo al Fertility Day: il
pisello, che è l'unica cosa diversa che c'è tra maschio e femmina, ogni tanto entra nella michetta, che ha
tutti gli strumenti per fare miracoli, e crea un bambino. Non ho spiegato,
perché forse è troppo presto, che la maggior parte delle volte si ha voglia di
fare michetta-pisello anche senza aver voglia di seminare, e che va benissimo
così, che è un bisogno come il bisogno di bere, di mangiare, o di chiacchierare,
ridendo.
E non ho spiegato neanche che poi quando questo bambino
spinge e esce dalla michetta (che sì, fa un male boia), poi deve mangiare, e
vestirsi, e andare a scuola, e comprare i giocattoli, e che se la mamma e il
papà non possono permetterselo, allora è meglio che il semino rimanga dentro e
ciao, anche se il governo ti chiede di fare altro.
Va bene anche così, ministro Lorenzin?
Hahahaha. Credo vada benissimo...per le persone di vita reale.
RispondiEliminaPoi ci sono gli strenui difensori della famiglia tradizionale e della sua integrità assoluta, della sua indissolubilità...e di solito ne hanno più d'una.
Buoni: bianchi e sorridenti. Cattivi: negri e drogati.
Ormai la parola "laico" nell'area culturale che ne ha sempre coltivato la nobiltà è divenuta blasfemia. E persino la parola "pisello" travalica i confini dell'etica. Che tempi.
Brava!!!
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