Vita di campagna e altri sogni impossibili
A me e a Dan non è mai capitato di vivere
nella stessa città per più di otto anni, perché alla fine ci annoiamo e ci
viene una voglia pazzesca di provare altre cose. Come Mister Magù che malgrado
la sua cecità riusciva sempre a evitare i disastri, anche noi nella nostra
cecità siamo finora riusciti a prendere decisioni assolutamente impulsive e
prive di ogni logica riuscendo sempre a evitare la bancarotta o la galera.
Abbiamo vissuto in tre Stati, in due piccoli paesi, in campagna e in due grosse
città, New York e Boston. Da quando ci conosciamo abbiamo fatto nove traslochi,
migliaia di scatoloni, imbiancato decine di stanze, esplorato centinaia di
nuovi posti. Abbiamo comprato e rivenduto tre case, riuscendo sempre a
guadagnarci e rimanendone sempre molto sorpresi.
Siamo a Cambridge ormai da dieci anni, cioè fuori tempo massimo rispetto alla nostra media.
Cambridge è un bel posto in cui vivere: i servizi pubblici funzionano
meravigliosamente, la comunità è diversificata e unita, è pulita, ordinata,
offre quartieri tranquilli e residenziali, ma anche centri commerciali, pub,
ristoranti e è culturalmente molto viva. Non è propriamente una città, ma non è
neanche un paese, e è di fianco a Boston, che invece è proprio una città, con
grattacieli e tutto l’ambaradan delle metropoli americane.
Cambridge è anche il
posto più monotono e noioso al mondo: da
quando siamo qui abbiamo conosciuto poche persone, che frequentiamo
sporadicamente e spesso malvolentieri. Siamo andati a teatro due volte e al
cinema meno di dieci. Aspettiamo il venerdì pomeriggio per andarcene in
campagna, dove abbiamo la nostra casetta tutta di legno e il caminetto da
accendere davanti a cui farci le nostre chiacchiere. Non capisco se siamo
diventati orsi noi o se ci sentiamo poco stimolati da chi ci sta intorno. Fatto
sta che la nostra casa a Cambridge adesso vale due volte quello che l’abbiamo
pagata e ci sta crescendo forte la voglia di vendere baracca e burattini e andarcene
via, salpare verso nuove avventure, come scriverebbero gli autori di un certo
tipo. Questa volta tocca a Dan decidere la rotta e ha scelto: andiamo a vivere
in campagna, che è il suo sogno da sempre.
Certo, con tre figli è tutto un po’ più complicato:
Luca ha ancora un anno di scuola e poi dovremo trovare un centro diurno adeguato
ai suoi bisogni, possibilmente con una componente residenziale così che tra
qualche anno potremo cominciare a abituarlo, a poco a poco, a vivere lì. Emma
finisce le elementari tra un anno e poi dovrà cominciare le medie, che qui
nella zona non sono molto buone. Sofia a settembre se ne andrà al college. E poi Dan
deve comunque mantenere il suo lavoro che anche se lo fa diventare matto, lo
paga bene e offre molti benefit a lui e alla famiglia.
Io dire il vero ho un po’ paura di andare a vivere in
campagna perché mi spaventa essere isolata e mi spaventa l’idea che se ho
voglia di andarmi a bere un cappuccino, devo farmi venti minuti di macchina. Però ho anche voglia di provare a fare un cambiamento radicale, che mi possa svegliare dal torpore degli ultimi anni. Mia
sorella Anna anni fa ha anche lei mollato la città per comprarsi una bellissima
cascina a una mezz’oretta da Milano e mi dice
non l’avrebbe mai fatto se non ci fosse una città, la sua, relativamente
vicina, perché ogni tanto vuole andare al cinema o a bere un aperitivo con gli
amici e può farlo. Consiglio saggio, come sempre.
Stiamo quindi cercando una casa che però forse non
esiste: non deve essere distante da Boston, ma circondata dal verde; una casa che ci possiamo permettere e anzi possibilmente che ci avanzino anche un po’ di soldi per pagare l’università di Sofia che è carissima in una
zona che offre buone scuole e buoni servizi per adulti con disabilità gravi. E poi ci
servirebbe anche avere attorno a noi gente interessante, ma non invadente, e
dei bei negozi, ma non troppi; ci vuole ovviamente una stanza in più per la mia
mamma quando viene, e il camino. Emma aggiunge di volere anche la piscina e una
stanza ovale, forse per abituarsi a quando diventerà presidente degli
Stati Uniti con la sua fidanzata Stella. Ah, e io voglio due cani,
possibilmente boxer. E un lavoro fisso al New York Times. Vorrei anche essere più giovane e più magra per poter dire agli uomini che mi
vogliono che sarebbe bello ma non posso perché ho di fianco a me l’uomo che
tutte sognano di avere e invece è solo mio. Me lo ha giurato l’altro giorno,
quando gli ho chiesto se si è già trombato la segretaria.
Complimenti per il coraggio!!
RispondiEliminaIo e i traslochi non andiamo affatto d'accordo!!
Pensa a Luca
RispondiEliminaComplimenti,hai un bel coraggio.. io non riuscirei a farlo, mollare tutto e andare via? non fa per me.. sono troppa attaccata agli affetti? o è solo mancanza di coraggio? chi lo sa!!!
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