Sui cani e sui loro padroni
La mia terapista e mia sorella Serena stanno
cercando in tutti i modi di convincermi a uscire di più, incontrare gente
nuova, andare magari a lavorare in un caffè per stare in mezzo a persone. Ogni
tanto lo faccio: una volta la settimana incontro il mio amico Richard, e quando
la mia amica Cristina è qui e non a Roma, andiamo insieme in palestra.
Poi è successo che dopo il tristissimo
esperimento non riuscito con il mio cane Gus, che amavo follemente ma che era
diventato estremamente aggressivo verso le persone, soprattutto Luca e Emma e
che adesso è stato adottato da una coppia senza figli, ho deciso di provarci
ancora e di prendere un altro cucciolo. Non un pitbull come Gus, che io non
sono capace di gestire perché non so essere severa abbastanza, ma un a piccola
labrador nera, Fiona, che in realtà è un incrocio con un cane da caccia, ma che
comunque mi sembra essere molto più facile da gestire.
Con lei tutte le mattine vado a un parco
dietro casa che si chiama Hoyt. Lì, verso le otto, alcuni padroni di cani della
zona si incontrano nel grande campo da baseball e lasciano scorrazzare i cani
senza guinzaglio, mentre si chiacchiera, a volte del più e del meno, a volte di
cose più serie.
Ho incontrato Juan, padrone di Chica, che è
sempre di buon umore, spiritoso, e conosce tutti i cani per cui mi dice chi
evitare perché aggressivo e chi incoraggiare a giocare con Fiona. Mi ha
raccontato della sua vita in Colombia, e di come è riuscito a scappare per
venire a cercare fortuna negli Stati Uniti, degli anni di vita senza permesso
di soggiorno, a fare una vita da fame, e di come questa sua esperienza ha
insegnato alle sue figlie di apprezzare senza lamentarsi mai il privilegio di
essere a Cambridge, in una città con buone scuole e senza problemi di soldi o
di altro.
Ho anche incontrato Karen, padrona di Clam.
Lei invece è dottoressa al pronto soccorso. Un lavoro duro e pieno di adrenlina,
mi dice, ma che ha dovuto lasciare per anni a causa di un incidente in
bicicletta. Una macchina l’ha travolta, è stata per mesi in coma, ha dovuto
affrontare molte operazioni, sia al cervello che a molte altre parti del corpo,
e anni di riabilitazione. Adesso sta bene, a parte il trauma emotivo, ma è
stata costretta a trovare lavoro in un ospedale più tranquillo, perché si rende
conto di non essere veloce come lo era prima.
Ieri invece ho incontrato Kayle, padrone di Otto,
un uomo giovane e anche caruccio. Mi raccontava che lavora con adulti
autistici, e che è un lavoro che lo appaga moltissimo. Mi ha anche raccontato
che da piccolo la sua famiglia è andata a vivere nello Stato del Michigan, dove
le persone sono molto gentili, molto legate alla comunità in cui vivono, sono
più grasse delle persone che vivono nella costa est dell’America, sono quasi
tutti bianchi e cristiani. Quando nella sua scuola media scoprirono che lui è
ebreo, gli disegnavano le svastiche sul suo banco. “Ma non erano antisemiti,
solo ignoranti. Io ero considerata la persona più diversa che avessero mai
incontrato…”.
Ieri con Cate, padrona di Maude e mia vicina
di casa, si parlava degli strascichi lasciati dalla guerra fredda, di suo padre
morto giovane e di sua madre, morta qualche anno dopo di cancro al pancreas. Ho
anche incontrato molto dog walkers,
che di mestiere portano a spasso i cani di chi lavora e che sono
appassionatissimi, un po’ strani e molto divertenti. Insomma, al parco ho
scoperto una sottocultura di persone, tutte esageratamente legate ai propri
cani, che trattano come se fossero i loro bambini e che educano in modo
esemplare.
Non ci si ferma mai a chiacchierare con perfetti
sconosciuti, pensavo ieri tornando a casa, ed è proprio vero che dietro a ogni
persona c’è un mondo complesso, sempre interessante, a volte un po’ triste e a
volte affascinante che si ha voglia di raccontare.
(nella foto, Fiona dal veterinario)
Ogni persona è davvero un mondo intero da scoprire e amare. Buona primavera e buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Marina. Interessante vita quotidiana. Quante persone diverse e e quanto diverse, se fossi al posto tuo starei a chiacchiera per ore. In autunno la nostra canona mi ha fatto cadere, lei non ha nessuna responsabilità, è grande e pesante e la struttura è quella di u pittbull, anche se è un meticcio di cane corso. So bene che quando si lancia mi tira in terra e non la tengo mai durante le passeggiate, ma mio marito mi ha detto se per un attimo potevo tenere il guinzaglio, in quel momento è passata una con un altro cane che a lei non è simpatico e io sono finita contro un muro. Ancora mi fanno male diverse cose. Non prenderei mai un pittbull, a priori. Non posso pensare che un cane mi complichi la vita ancora più di come è ora. Hai fatto bene a cambiare casa a Gus, starete meglio tutti e due.
RispondiEliminaSCusami, aggiungo che Fiona mi sembra proprio bellina.
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