Che brutta, la morte





Che brutta, la morte.
La morte è un telefono che non squillerà più. Mai più.
È il tentativo goffo e costante di captare ancora un solo cenno, un sorriso.
La morte diventa silenzio in sala, la sera tardi. Niente più chiacchiere fatte sottovoce per non disturbare, niente più confessioni, niente più risate.
La morte è l’inizio di una vita fatta solo di ricordi, è un vuoto enorme dentro, incolmabile, difficile da guardare negli occhi.
La morte è fotografie appese al muro che con il tempo ingialliscono, come ingiallisce l’anima.
La morte è rimorso di non aver fatto le domande che si volevano fare, di non poter più sapere, scoprire. Ora c’è solo silenzio.
La morte è il vestito buttato sulla sedia prima di andare a letto l’ultima volta, che rimane lì per sempre. È lo spazzolino da denti che non sarà mai più usato, è il latte in frigorifero che scade da solo, le pantofole vicino al letto che aspettano invano di essere indossate, il bucato degli ultimi vestiti sporchi da fare.
La morte è assenza di corpo, di abbracci, di un bacio in fronte, di una mano che stringe la tua.
La morte fa strage di cuori e di anime tra quelli che rimangono qui, in questo mondo un po’ più solo, un po’ più povero.
La morte è mancanza di condivisione di belle notizie, di una canzone nuova, di un bel libro, di idee e progetti.

Oggi è morta Aretha Franklin e a me viene subito da pensare i suoi quattro figli, due dei quali ebbe a 12 e a 14 anni. Penso al loro vuoto, penso che da oggi avranno un peso enorme e incolmabile da trascinarsi per tutta la vita.

Non hanno più la loro mamma.

E io piango per loro.



Commenti

  1. Da quando non ci sei più, mio "guerriero", qui c'è un silenzio assordante e ho tanta www.missdreamer.altervista.org/paura-di-dimenticarti
    Ti sei mai sentita così?

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