Avere un figlio con la sindrome di Down
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Una volta che la terapista di Luca era venuta a casa
nostra per lavorare con lui e aveva annunciato di essere incinta, Emma, che era
piccolina, le aveva detto: “Che bello! Spero che nasca con la sindrome di Down,
come mio fratello!”.
Poi il bimbo è nato e niente, non ce l’ha. Ma quella
occasione mi ha ispirato a stilare una lista su cosa vuol dire avere un figlio
con la sindrome di Down, perché potrebbe sempre essere utile a qualcuno.
Avere un figlio con la sindrome di Down vuol dire:
Combattere con le scuole o le istituzioni e spiegare che
dietro quella faccia morbida c’è molto di più che una sindrome. C’è una persona
Svegliarsi alle tre del mattino con un ventiduenne più
grande di te che vuole farti ascoltare Roxanne dei Police, e che quando ti giri
per sgridarlo, ti sorride
Insegnare agli amici delle sorelle che in questa
famiglia siamo tutti uguali, e facciamo quello che possiamo per darci una mano
a vicenda. E che no, la sindrome di Down non è una scusa
Sapere che la persona che si ha partorito è
discriminata, e di nascosto piangere di rabbia.
Sentirsi amati sempre, e comunque. Anche prima di
lavarsi i denti. Molto prima di pettinarsi
Cantare Gianna Gianna Gianna a squarciagola nel centro
di Boston
Osservare le persone un po’ perplesse che ci fissano
in metropolitana e chiedere: “Tutto bene?”
Accettare che non tutte le persone nascono uguali e
che non c’è niente di male a essere differenti dalla norma
Commuoversi di fronte a un gesto d’affetto dei vicini,
perché niente, niente è dato per scontato. Neanche un sorriso
Sentirsi sempre poco integrati in qualsiasi situazione
sociale, perché tutti pensano: ”Ah, quella è la mamma del ragazzo Down…”, o
perché non sanno cosa dire, come se ogni volta si dovesse dire qualcosa
Essere abbracciati 876.793.982.372.397 volte al giorno
come se fosse la prima volta in vent’anni
Sentire il tonfo dei coglioni che cadono per terra ogni
volta che qualcuno dice: “Si vede poco, sarà una forma lieve…”
Vivere con il terrore del dopo di noi
Scoprire che c’è un altro modo di stare al mondo
Scoprire che dopo la paura che si prova quando arriva
la diagnosi, ci sono molti momenti di gioia e di fierezza
Scoprire anche che la vita è molto più complessa di
quella che ci si immaginava, e che anche quando si è stravolti e non se ne può
più, si deve andare avanti
Imparare a capire e parlare una lingua un po' strana e nostrana, che per noi, per esempio, si chiama il Lucalese
Comprare una torta con Winnie the Pooh per festeggiare
i suoi ventitré anni
Sapere con certezza assoluta che malgrado tutte le
difficoltà, l’ottusità della gente, le paure e la stanchezza, abbiamo una
famiglia meravigliosa anche grazie a lui
Conoscere intimamente l'ottico, il dentista, il medico di base e il preside delle varie scuole
Conoscere intimamente l'ottico, il dentista, il medico di base e il preside delle varie scuole
Mangiare la pizza almeno due volte la settimana. Pizza
americana, dico. Che fa schifo. E questi sì che sono i veri problemi della vita.
Altro che sindrome di Down…
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