Non avevo mai visto l'alba











Da quando, il primo giugno, sono stata operata per la seconda volta alla colonna vertebrale, ho cominciato a soffrire d’insonnia.

È strano per me non dormire. Sono, delle quattro mie sorelle, quella che dorme di più da sempre. Famosi sono i racconti di quando mia madre mi svegliava per andare a scuola. Ero talmente impastata di sonno, che non capivo se dovessi vestirmi per andare a scuola, o rimettermi il pigiama per andare a letto. È da lì che mio padre ha cominciato a chiamarmi ‘oca’ (lui sì che era simpatico…). Le prime due ore a scuola, dall’asilo all’università, sono sempre state avvolte da una nebbia di sonno. 

Anche quando ho passato momenti molto difficili della mia vita, non ho mai perso un minuto di sonno. Ricordo che quando i medici ci annunciarono delle diverse disabilità di Luca, di giorno piangevo e la sera, come se niente fosse, mi coricavo e dormivo beata. Non ho mai sentito nessuno dei mei tre figli svegliarsi di notte, e san Dan si doveva alzare e attaccarli alla tetta (la mia, s’intende) per sfamarli. Io mi svegliavo la mattina e non ricordavo niente.

Sono cresciuta, oltre che con i miei genitori, con mia zia Milena, la sorella di mia mamma e per me a tutti gli effetti un genitore e non una semplice zia, che da sempre dice dormire una o due ore a notte. Non mi è mai sembrato possibile. “Ma come fai a stare in piedi?”, le chiedevo sbalordita. “Se non riesco a dormire, mi alzo, leggo, mi faccio un latte caldo, e riprovo ad andare a letto. Ma a volte proprio non chiudo occhio”. Queste sue descrizioni di notti insonne mi hanno sempre colpito molto, proprio perché io invece non ho mai lontanamente avuto di questi problemi.

Nell’ultimo mese, invece, mi corico e il primo pensiero che mi balla per la testa è: come si fa ad addormentarsi? Non mi ricordo più, è un po’ come se dovessi ricominciare a camminare. Come se dovessi parlare un’altra lingua. Non ho la più pallida idea di come una persona possa coricarsi, leggere un po’, spegnere la luce e addormentarsi.

Ho provato di tutto, finora: prodotti naturali, come il magnesio, la valeriana, la camomilla, la melatonina. Ho scaricato app che aiutano a rilassare e a prendere sonno. Ho provato con la chimica, inghiottendo con smania pastigliette di Lorazapam. Ho completamente smesso di bere alcolici. Ho anche provato la cannabis, che qui si vende nei negozi come se fosse un cavolfiore o un paio di jeans,  e che dicono sia un toccasano per l'insonnia. Ma nulla ha aiutato. 

Niente.

La sera la passo sempre in modo tranquillo: io e Dan guardiamo un film, o giochiamo a carte (Machiavelli), oppure ci mettiamo attorno al fuoco a chiacchierare, io con il mio seltzer e Dan con la sua birretta. Ascoltiamo un po’ di musica, ci rilassiamo. Verso mezzanotte mi pare di sentire un po’ di sonno, e mi fiondo in bagno a lavarmi i denti. Poi salgo in camera, mi corico sul letto più comodo del mondo, e leggo, a volte per un’oretta. Il sonno sparisce improvvisamente. Invece di chiudere il libro e spegnere la luce, continuo a leggere nella speranza che mi si appesantiscano gli occhi. Ma niente. Spengo la luce che Dan già dorme da un’oretta e comincia la danza. Mi giro, mi rigiro. Provo una posizione, poi mi sembra scomoda e mi metto a pancia in giù, pensando:” Non ho mai dormito a pancia in giù, non capisco perché dovrei cominciare a 51 anni suonati”. Provo con la meditazione: cerco di fare mente locale dei miei piedi, delle caviglie, delle gambe, della schiena, delle spalle, del collo. Arrivo alla schiena che già il mio pensiero è da tutt’altra parte. Il cervello frulla di idee, ma non di ansia. Sono tranquillissima. Semplicemente, sveglia come un grillo.

Stanotte proprio non ho chiuso occhio, mai. Alle due mi sono alzata per fare pipì, alle due e venti avevo già scaricato un’altra app, che non serve a un cazzo. Alle tre meno venti sono scesa a fumarmi una sigaretta e a fare le parole crociate. Alle quattro hanno iniziato a cinguettare quei rompicoglioni di uccellini, mentre Emma, che dormiva con me, mi metteva un gomito tra il collo e l’orecchio destro. Alle quattro e un quarto giocavo al mio giochino scemo del telefonino. Alle quattro e quaranta preparavo la caffettiera.

Non avevo mai visto l’alba in vita mia.
Per carità, molto bella e suggestiva, ma francamente preferirei dormire.




(illustrazione di Tony Huynh, trovata a caso su Google)

Commenti

  1. Ero anch’io così. Dormivo di un bene!! Facevo fatica ad alzarmi per preparare la colazione alle mie bambine e poi il lavoro e per le dieci di seta dormivo ovunque fossi. Ora è diverso, stento a dormire o a rimanere addormentata. Prendo gocce di CBD e soffro di attacchi di panico notturno.
    Non so se sia la mia vita che abbia preso il sopravvento, o sono io che sono cambiata. Comunque sia stento a dormire.

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  2. Mah...ho sempre dormito come un ghiro e i miei figli con me...ringraziando! Ho sentito di genitori che con i figli neonati si svegliavano tipo 6 volte a notte e se fosse capitato a me sarei morta, letteralmente! Tornando alla sua insonnia: pare che nel dopo cena si debba staccarsi completamente da PC, cellulari e TV se si fatica ad addormentarsi. E, sempre per sentito dire, le manipolazioni di un bravo osteopata possono fare miracoli. In bocca al lupo!

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