Dieci ricordi per dieci canzoni - Massimo Vitali
Si dice che ognuno di noi ha una canzone scritta con musica e parole nostre. Solo poche persone riescono a cantarla, le altre hanno paura di non riuscire a renderle giustizia con la voce o un testo inadeguato, perciò, invece di cantarla, la vivono.
Personalmente riesco a vivere solo le canzoni degli altri. La musica trasmette energia, gioia e a volte riesce a ribaltare persino le condizioni meteo. Ma anche emozioni e riflessioni che possono comunicare dolore. Perché la musica amplifica ogni sofferenza, specialmente quella amorosa.
Non credo sia mai stato fatto un calcolo preciso, ma penso che la parola «amore» racchiusa nelle canzoni superi per numero i «ti amo» pronunciati in ogni lingua del mondo. E la cosa peggiore è che alla fine di una storia, tutte le canzoni d’amore, anche quelle più brutte, parlano di te.
In certi periodi della vita ascoltare questo tipo di canzoni però è qualcosa d’inevitabile e persino consolante.
Significa che in quella situazione non ci sei passato solo tu ma anche qualcun altro, in grado di spiegarla meglio di te. Perciò il primo istinto è quello di farla ascoltare subito a chi, per qualsiasi colpa, fosse anche solo la tua, ha condiviso la fine della storia. Però non puoi, perché non c’è più, ti rimane solo la musica.
E così continui a goderti la tua tristezza da solo – che in certi casi è meglio di godertela in compagnia – e malgrado il dolore continui a volerle ascoltare, perché certe canzoni sono necessarie quanto sospirare, piangere e coltivare in pace il sentimento di un dolore.
Esistono diversi strati di tristezza al mondo. Non so perché certe canzoni siano in grado di coprirli tutti. Per quanto mi riguarda, non riesco sempre a mantenere i brutti pensieri per molto tempo, ogni tanto capita di perderli di vista. Però quando voglio aiutarmi nella tristezza con qualcosa di valoroso, qualcosa che mi commuova per la bellezza con cui riesce a spettinarmi dentro, ascolto sempre le canzoni di Lucio Dalla.
Questa notte, osservando le luci posteriori di una Volkswagen Polo rossa sfumare all’orizzonte dopo una cena conclusasi con l’ennesima triste incomprensione, mi sono messo in sella alla mia gloriosa bici da corsa. Pedalando con le cuffie tra le orecchie e il centro di Bologna in caduta libera sotto gli occhi, mi sono fatto accompagnare fino a casa da “Madonna disperazione”.
L’ho ascoltata per tutto il tragitto, ogni volta che arrivava alla fine mi fermavo per rimetterla da capo. Un po’ come l’araba fenice, ogni volta che ascolto una canzone di Lucio Dalla succede che si rigenera e riesce a farmi scoprire sensazioni sempre nuove.
Che, se vogliamo, è un po’ quello che dovrebbe essere ogni canzone: una suggestione che non si consuma mai nonostante il tempo, lo spazio e la fine di un amore.
Massimo Vitali
tratto dal romanzo "Una vita al giorno"
https://www.massimovitali.org/libri-2/una-vita-al-giorno/
Madonna Disperazione
(Lucio Dalla)
Tata t ah
Quante sono le ore
Per arrivare a domani
Madonna disperazione
Mentre esce dal portone
Si frega le mani
Per coprire la tua pelle
Madonna disperazione
Dopo le mani non fregarti anche le stelle
Alla radio
Madonna disperazione
A mezzanotte entra ed esce
Dall'armadio
Per una pizza, una birra e un panino
Madonna disperazione senza farsi notare
Si siede al tavolo di un ragazzino
Per due occhi tondi
Come duecento lire
Madonna disperazione
Gli occhi li ha chiusi
Ma fa finta di dormire
Un buonasera
Madonna disperazione
Gli occhi ha nella borsa
E si sbuccia una pera
Che sta molto lontano
Madonna disperazione
Ne approfitta e ti agguanta la mano
A stare zitti, a stare zitti
Se non si ha niente da dire
Madonna disperazione
Corre a disfare la piega del letto
Per andare a dormire
La notte è finita in un bicchiere di birra
E diventa più scura
Fa si con la testa
E fa finta di avere paura
Di non credere più a niente
C'è madonna disperazione
Che anche al buio
Ti vede e ti sente
Non avere da sognare
Madonna disperazione è di spalle
E si comincia a pettinare
Per non avere più la memoria
E non vedere Madonna disperazione
Mentre si strucca e poi si spoglia
Il quadro diventa perfetto
Perché Madonna disperazione ha capito, ha capito
E si infila nel letto
Commenti
Posta un commento