Fare meno liste

 







Il 2022 è stato l’anno in cui ho dovuto per forza di cose rompere il guscio in cui sono nata e diventare grande. Quando non ci sono più i genitori, sembra che non ci siano più reti di protezione. Ci vuole un po’ di tempo per capire che non ne abbiamo più bisogno. Possiamo spiccare il volo senza paura di cadere. Nel 2022 sono arrivata alla conclusione che parte del dolore per la perdita di mamma e papà è la consapevolezza di dover fare da sé anche quando non si ha voglia. Solo ora, dopo un anno dalla morte di mia madre riesco a sottolineare seppur con una matita sottile, che nella perdita ci sono anche alcuni lati positivi.

 Ma ormai la mia traiettoria è puntata su questo 2023 ancora da scoprire. Nella speranza che non porti molte sfighe, ho stilato una lista di obiettivi che mi piacerebbe raggiungere:


- fare meno liste

- sciogliere alcune tensioni con le mie sorelle. In alternativa, sciogliere tutte e tre nell’acido, tipo la scena di Breaking Bad nella vasca da bagno;

- imparare ad aver meno soggezione degli altri e riuscire a dire quello che sento senza temere il peggio;

- reagire alla vendita della casa di Milano come una persona grande: molte persone della mia età hanno attraversato le stesse difficoltà e sono sopravvissute. Dovrei farcela anch’io;

- fare meno liste;

- andare in menopausa una volta per tutte, cioè non avere le mestruazioni per un anno intero. L’anno scorso sono arrivata al decimo mese senza, ma poi mi sono ritornate e ho pianto;

-trovare una casa-famiglia per Luca in cui si trovi a suo agio; superare la distanza da lui senza l’uso di troppe droghe pesanti, pianti, incubi, paure; 

- scrivere e leggere di più;

- andare a Milano almeno due volte per stare con i miei zii e con le mie sorelle;

- scoprire della musica nuova;

- non piangere ogni volta che ascolto Io Che Amo Solo Te di Sergio Endrigo;

- fare meno liste;

- continuare a scrivere su La Stampa con Luca Bottura, a cui voglio molto bene;

- diventare una ventiseienne magra, fighissima e estremamente intelligente. Possibilmente (ma non necessariamente) ricca;

- smetterla una volta per tutte di comprare oggetti da cucina degli anni Cinquanta al negozietto vicino a Becket;

- imparare a memoria la canzone Hallelujah di Leonard Cohen, ma la versione cantata da Jeffrey Buckley che è molto più bella. Già che ci sono: smetterla di sognare che lo bacio, anche perché, pòr fioeu, è morto.

- fare meno liste;

- essere più esigente con me stessa, ma senza avere l’incubo di dimagrire. Accettarmi per come sono e fare più attenzione a ciò che veramente importante: depilarmi le ascelle anche d’inverno, mettere i tacchi anche quando lavo i piatti, tingermi i capelli per nascondere il bianco, non deprimermi ogni volta che mi guardo allo specchio. Se proprio vogliamo esagerare, spero di riprendere a usare il tapis roulant, che abbiamo speso un casino di soldi e non lo usiamo mai;

- trovare una pozione magica che tolga l’epilessia a Luca, perché ogni volta è come un pugno nel cuore;

-smettere di chiamare il robottino che pulisce per terra “il mio migliore amico”

-trovarne un’altra pozione che mi liberi dalla depressione e dalla mia vulnerabilità cronica;

- continuare ad osservare da lontano Sofia e Emma con lo stesso stupore per il loro modo così naturale di essere strepitose, aperte al mondo senza pregiudizi e senza rimanere bloccate per la paura di sbagliare;

-fare meno liste;

- concentrarmi sul presente senza cadere sempre nella seduzione del passato;

- fare più spesso l’amore, malgrado la (possibile) menopausa, le preoccupazioni, la voglia di leggere un libro prima di addormentarmi, il timore di non essere più abbastanza piacente;

-farmi più canne;

-fare meno liste;

-smetterla di ripetere sempre la stessa cosa.

 

 

 

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