Un oggetto che ci manca: Marina Morpurgo

 

    (foto rubata da Internet senza alcun senso di colpa)


Ne sentirò la mancanza, come si sente la mancanza di quegli oggetti scomodi e potenzialmente dannosi che però ci ricordano i tempi gloriosi e onnipotenti della pre adolescenza. 


Oggi quando vedo uno ski lift mi commuovo, una reliquia sopravvissuta alla necessità di eliminarli a uno a uno, perché lo sciatore moderno deve stare seduto su una seggiovia e soprattutto non essere esposto al rischio di perdere il piattello o l’equilibrio, e di cadere con grave pericolo per quelli che stanno salendo dietro di lui. 


Quindi, con le natiche al sicuro su un impianto di risalita non più preistorico, rimpiango i tempi in cui dopo aver affrontato una coda interminabile perché lo ski lift era lento, mi aggrappavo al bastone come a un’ancora di salvezza, sperando di raggiungere indenne il gabbiotto a monte, senza che il piattello mi sollevasse per aria facendomi ruotare e cadere, senza che uno sciatore caduto davanti mi falciasse, senza che qualcosa mi si impigliasse sotto la giacca a vento, scaraventandomi contro il montarozzo di neve che sanciva la fine corsa.



Marina Morpurgo è scrittrice, traduttrice e giornalista. Ma è anche molto altro: amante di cani buffi, amante della montagna e esperta lavoratrice a maglia.






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