Aspettando il giorno fatidico


Il ventisette novembre, giorno in cui Luca comincerà la sua vita lontano dalla mamma e il papà, si sta avvicinando vertiginosamente.

Ieri ero in macchina e sono passata di fronte al palazzo di giustizia di Cambridge, e mi è venuto in mente che chissà quanta gente in quell’edificio aspetta da tempo una data per loro importantissima: il 3 dicembre, il 30 novembre, il 4 gennaio, magari per un’udienza, o un processo, o delle risposte importanti da giudici e avvocati. Date che per chi non è coinvolto non vogliono dire nulla, ma che sconvolgono la vita di certe persone. A voce alta mi sono detta: “Chissà, magari oggi è il giorno che il signor Smith aspetta da tre mesi. Un giorno in cui si deciderà del suo futuro, della sua libertà. E io sono qui, in macchina, verso il centro commerciale per comprare calze e mutande a Luca”.

 

Essendo anch’io in una situazione simile a lei, Mister Smith, la capisco perfettamente. Sembra che da oggi al fatidico giorno il tempo si fermi. Ogni ora dura un giorno, ogni giorno una settimana. Allo stesso tempo, sembra che voli. I giorni di mezzo sono solo intralci, tempo morto in cui non ci si riesce a concentrare, non si riesce a lavorare, o a fare conversazione, o a dormire. Soprattutto, si pensa ossessivamente al dopo. In principio, il dopo sembra bruttissimo, pieno di sorprese inaspettate e impossibili da superare. Si starà così male che non si riesce ad immaginare il dolore proprio qui, nel petto, dell’angoscia che stritola il cuore, le corde vocali e la bocca dello stomaco. Il cervello si trasforma in una fabbrica del male e si cerca disperatamente di trovare almeno un accenno di forza per prepararsi al peggio. Ci si convince che quella data rimarrà per sempre la famosa linea del prima del dopo. 

 

Poi, dopo aver esaurite le cose per cui preoccuparsi, un giorno come un altro, ci si sente ottimisti. Cioè, potrebbe andare male, malissimo, ma potrebbe anche andare bene. Ci ha mai pensato, signor Smith, che il giorno fatidico possa invece portare nella nostra vita qualcosa di dolce, che adesso sembra troppo bella per pensarci. Che ci saranno momenti in cui ci si può trovare tranquilli, davanti a un camino accesso in una casetta di campagna, con fuori la neve, il bosco silenzioso e tremendamente bello, un libro da leggere, un Notturno di Chopin e un bicchiere di quel buon rosso che non si trova sempre. Perché se è possibile che sarà tutto una merda, è equamente possibile che invece sarà un netto miglioramento. 

 

Poi, la verità come sempre sta nel mezzo: non andrà tutto liscio, ci saranno momenti difficili, in cui ci si tuffa in un mare di dubbi, di incertezze; un momento in cui ci si chiede, e adesso? Ma ci saranno anche momenti in cui ci si sente bene, liberi di essere ciò che siamo, quando ciò che siamo è dovuto rimanere da parte per un po’, per dare spazio a chi attorno a noi serviva ogni cellula di noi. 

 

Chissà chi saremo, quando i nostri ruoli di figli, fratelli, genitori verranno meno. Saremo solo noi, seppur diversi da prima. Più feriti, certo, ma anche più saggi. Saremo stanchi, Mister Smith, stanchi da morire e magari quando si raggiungerà una specie di tranquillità, vorremo buttarci subito a fare cose che non abbiamo potuto fare per anni. O forse vorremmo starcene seduti sul divano, a non fare niente. A stare, semplicemente.

 

Il ventisette novembre arriva tra undici giorni. Ho riflettuto su ogni cosa che potrebbe andare storta e su ogni cosa che potrebbe andare bene. La conclusione? Per qualsiasi cosa che dovrò affrontare, avrò gli strumenti affilati e pronti da usare per poi arrivare ad essere semplicemente Marina. 


Mister Smith, tifo per lei e spero di incontrarla al pub, una sera, davanti a una meritatissima Guinness.


(foto rubata da Google senza nessun senso di colpa)

Commenti

  1. Cara Marina
    oggi se non mi sbaglio è iniziato il nuovo percorso di Luca da te atteso con un mix di sentimenti davvero difficili da gestire ma non da comprendere da chi li ha provati…
    Angoscia , timore ,forse sensi di colpa insieme al desiderio sacrosanto di riprenderti in mano la tua vita dopo tanti anni di fatica , stress ,forse a volte solitudine…
    Un abbraccio forte a voi tutti uno più forte al tuo splendido Luca.❤️
    Facci sapere.

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