Adolescenza? No, grazie






Questo è un periodo di conflitti tra me e Emma, che ha diciassette anni. Per quanto non sia la prima adolescente che mi passa tra le grinfie, ma anzi la terza, è lei la figlia con cui ho più discussioni. Niente di grave, s’intende.

 Emma é una brava ragazza: si impegna (oddio, abbastanza) a scuola, lavora tantissimo per guadagnarsi dei soldi, frequenta persone senza tanti grilli per la testa. Quando noi andiamo a Becket il fine settimana e la lasciamo sola, va a lavorare fino alle quattro del pomeriggio, poi torna a casa, fa un pisolino, e sta al telefono con le sue amiche fino a tarda notte. Sta studiando per diventare infermiera fin dal liceo, dove si organizzano stage in diversi ospedali della città per fare tirocinio. Mai vista fumata o bevuta. Oddio, adesso che ho detto tutte queste cose belle, ho la sensazione di passare per una madre rompi coglioni quando litigo con lei. Mi sono fatta un bell’esame di coscienza e mi sono detta che le cose su cui insisto sono invece sacrosante: il ritardo cronico a scuola, il disordine inverosimile della sua camera. Non sono neanche troppo originali come temi, a dire il vero.

È dal primo giorno del primo anno di liceo (quest’anno frequenta l’ultimo) che arriva in ritardo a scuola. Lo so perché ricevo SMS che confermano. Ho provato con multe, castighi che non ho mai veramente dato perché sono una madre molle come un fico, discussioni, litigate. Le ho provate tutte. Quest’anno però è diverso: ho un’arma in più.

Quest’estate, infatti, contro tutti i miei principi morali, Dan ha acconsento a Emma di comprarsi una macchina. Nuova, dico, con leasing e tutto. Vi risparmio tutte le litigate su questo lusso ridicolo, perché a mio parere alla sua età dovrebbe comprarsi una macchina di terzo grado scassata e color diarrea. Ma niente, adesso Emma si paga le rate da sola, la benzina e l’assicurazione anche. L’unica cosa che sono riuscita ad ottenere nelle lunghe discussioni è che né Dan né io sganceremo MAI una lira per la macchina. Non ha soldi per la benzina? Too bad. Le mancano dieci dollari per la rata? No problem, si riporta in concessionaria. Conoscendo Dan, so benissimo che se a Emma mancassero dei soldi, glieli darebbe di nascosto da me. Sarà il momento in cui, ridendo come una pazza, righerò la nuova macchina di Emma e quella meno nuova di Dan scrivendo: “merde”.

Il programma di quest'anno dunque è il seguente: la prima volta che ricevo un altro SMS, sono cinque dollari, la seconda, dieci e la terza non può usare la macchina per un giorno. Poi due, tre, quattro giorni fino a quando l’ha capita.

Ieri è arrivata alla terza volta. “Ma davvero le togli la macchina?”, mi chiede Dan un po’ spaventato. Certo, gli rispondo con un certo tono di sfida. Avviso Emma: domani mattina ti porto io a scuola e prendo le chiavi della tua macchina. Iniziamo dunque con le scuse.

“Non era colpa mia, non trovavo parcheggio”

“Emma, sei uscita alle 8:32 e la scuola inizia alle 8:35. Anche se avessi trovato subito parcheggio, saresti arrivata comunque in ritardo”

“Ma domani mi serve”

“I castighi non seguono i tuoi impegni: ti avevo avvistata”

“Ma la macchina la pago io”

“Beh, allora ti tocca anche darci 3.500 dollari di deposito e pagare per tutti i danni che hai fatto alla macchina di papà”

 “Non sono d’accordo”

“Questo non è assolutamente un problema”.

Pianti, suppliche, scuse. Ma niente, sono stata irremovibile.

La sua camera continua a fare schifissimo. È già stata informata che dalla settimana prossima, pagherà lei la signora Regina, che viene a pulire: 120 dollari.

Insomma, tutto questo mi fa pensare che la mia generazione è costituita da genitori pappe molli che temono di sgridare e dare castighi. Non so se è perché non abbiamo voglia di avere rotture di coglioni o per paura che crescano male. So solo che quando da piccola piangevo (spesso), mia madre diceva: “Bene, farai una pipì in meno!”. Quando dava un castigo di un mese (cosa che succedeva spesso), non sgarrava di un giorno: dal primo del mese all’ultimo. C’è una festa di compleanno il 29? Peccato. Tutti i compagni si incontrano per la pizza? Fatti raccontare. Eppure, guardatemi: sono un fiore! Se invece è per paura che crescano male, il danno è già stato fatto: stiamo creando una generazione di viziati (la mia più di tutte) e arroganti. Noi molli e loro stronzetti. Insomma, un buon risultato, mi sembra.

Se rinasco, accetto la proposta di mia zia e per i diciotto anni mi faccio regalare l’operazione per chiudere le tube.

Nella foto, Emma con Nebbia, il cane di amici. Infatti, mi sono dimenticata di dire che mia figlia è bellissima.


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