Su quando è tutta colpa della vittima








Io davvero non capisco: un uomo potente, potentissimo come Weinstein molesta e violenta delle ragazzine di vent’anni e il problema diventa il fatto che non loro non lo abbiano denunciato subito? Ma quale parte della notizia di un uomo potente che violenta delle ragazze di vent'anni non avete capito?

Fatevi spiegare cosa vuol dire essere molestate o violentate, voi che date la colpa a Asia Argento. Non è soltanto l'atto sessuale, che pure è devastante, a rendere una molestia o uno stupro un’azione indescrivibilmente violenta. È anche il senso di impotenza che si prova di fronte a chi ragiona con il presunto potere del pisello invece che con la testa. L’umiliazione di trovarsi di fronte a una persona molto più forte, fisicamente, ma anche solo più adulta, o più importante o più potente, e aver paura di lui.

Noi donne lo sappiamo bene. Quasi tutte noi siamo state in qualche modo molestate da uomini: insegnanti, zii, amici dei genitori, preti, taxisti, passeggeri sull’autobus, datori di lavoro. Io, per esempio, sono stata molestata da un parrucchiere che i miei genitori conoscevano, molto più vecchio di me, che quindi rappresentava un po’ l’autorità che gli adulti hanno nei confronti delle dodicenni. Davanti alla porta dell’ascensore. Per mesi ho avuto paura di uscire non accompagnata da una delle mie sorelle o dai miei genitori, e ancora adesso, trentacinque anni dopo, non salgo in ascensore se sono da sola con un uomo, anche se lo conosco bene. Ma almeno non fatemi sentire pure in colpa se un parrucchiere porco mi ha messo le mani addosso. La gente come lui conta sull’omertà della donna, che la zittisce con il terrore. Ma è davvero tanto difficile da capire? Ma lo sapete, voi che giudicate con così tanta facilità, come sia difficile avere il coraggio di denunciare una persona importante come un produttore storico di Hollywood? Pensate davvero che tra una ragazzina di vent’anni e uno degli uomini più potenti di Hollywood avrebbe davvero vinto la ragazzina? Certo che è più facile pensare che se una donna non si fosse messa in quella situazione allora non sarebbe successo niente. O che in fondo se la donna è bella allora deve aspettarsi di essere molestata, violentata.

La radice del problema siete voi che davvero pensate ancora che in fondo è sempre colpa della donna. Se denuncia, lo fa per essere su tutti i giornali, se non denuncia un po’ se l’è voluta. Il problema è che noi donne di oggi non vogliamo metterci in testa il fatto che nascere femmine significa anche dover accettare che un uomo prima o poi ci umili a tal punto da vergognarci di dirlo. La settimana scorsa mia figlia Sofia ha dovuto fare un esperimento per il suo corso di sociologia: doveva recarsi in un luogo pubblico (le ha scelto una stazione della metropolitana) e rimanere in piedi, ferma, a guardare davanti a lei, senza fare nulla. Lo scopo era quello di analizzare il comportamento delle persone attorno. Dopo esattamente due minuti, un uomo di una ventina d’anni più di lei ha cominciato a parlarle, chiederle il numero di telefono, chiederle di abbracciarlo, Insisteva. Insisteva talmente tanto che lei dalla paura è salita sulla prima metro che è arrivata e ha dovuto interrompere quello che stava facendo, e cioè assolutamente niente. Per chi già pensa che vabbè, chissà come era vestita: jeans e maglietta di suo fratello Luca. Niente trucco, scarpe da ginnastica, capelli legati dietro. Una donna, in poche parole, anche se non fa niente, anche se non provoca, anche se non risponde a provocazioni è comunque in potenziale pericolo.

Io voglio che le mie figlie si vestano come vogliono, vadano dove vogliono, facciano le scelte di carriera che vogliono, bevano e si facciano tutte le canne che vogliono senza dover rischiare di essere molestate o violentate.


Ma è davvero tanto difficile da capire?





Commenti

  1. Giusto per capire, il trafiletto di Libero era la foto di un ascensore?

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  2. Grazie.
    Nella "società dello spettacolo" molti proiettano parecchio di quello che temono o desiderano suoi fatti ti cronaca. anche su faceboock… La tragedia è che non se ne accorgano, anzi si schierano e si raggruppano "contro". Sono uomini, e donne, non tutti però . . .

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  3. Ma la Asia Argento che voca a sé la solidarietà femminile è la stessa che diede della "lardosa fascista" alla Meloni? O ci sono sempre dei "distinguo" a senso unico? O se solo alle soglie dei 50 anni denunci violenze svoltesi in un arco di temporale di 30, proprio quando la tua stella è in declino, non bisogna dire che c'è puzza di bruciato? Questo cosa toglie alle violenze, alle umiliazioni, alla vergogna, all'autolesionismo, alla paura? Cosa toglie, oppure continuiamo a credere che il concepimento, la gravidanza, il parto siano attimi di cui è padrona solo la donna? Facciamo le progressiste, vogliamo l'omogeneizzazione sessuale e poi continuiamo a dicotomizzare uomo/donna?
    E che cazzo c'entra il diritto alla non molestia ed alla non violenza con la necessità (arriviamo anche a definirlo diritto?) di sbronzarsi e ammazzarsi di canne? Arguti intellettuali suoi amici definirono la libertà in ben altro modo.

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