Conosco un posto nel mio cuore
Quando sono a Becket da sola,
ogni tanto parlo con il mio cane Fiona, ma per il resto l’unico suono che c’è è
la musica.
E quando sono a Becket da sola,
la mia mente va lontanissimo, tra i mille ricordi, e, come una farfalla, la
lascio andare senza cercare di fermarla. È bello, ogni tanto, non vivere il
presente e non preoccuparsi per il futuro, ma rivivere momenti completi, conclusi,
storie di cui già sappiamo il finale.
Oggi Spotify mi ha proposto la
canzone Cara, che è in assoluto la mia canzone preferita di Lucio Dalla, e mi
ha riportato al ricordo a cui mi riporta ogni volta che la ascolto. Non so più se è un vero ricordo o parte della mia immaginazione, eppure quella canzone è
per sempre legata a quella notte d’estate milanese di quando ero piccola.
Io e le mie sorelle eravamo a
letto da un po’, ma per qualche ragione, forse il caldo, forse un brutto sogno,
mi ero svegliata che la casa era silenziosa. Mi ero alzata e avevo visto la
luce della sala accesa, e l’avevo seguita. In sala non c’era nessuno, ma
sentivo le voci di mia mamma e mio papà che parlavano a bassa voce sul terrazzo,
e mi ero fermata a guardarli senza che loro sapessero che io ero lì.
Erano
seduti su due sdraio, una di fronte all’altra. Mio padre aveva un paio di
pantaloncini corti e mia madre un vestito estivo. Il piede di mia madre
poggiava sul ginocchio di mio padre. Non so di cosa parlassero, ma avevano l'espressione tipica degli innamorati che si fanno le confidenze. Mio padre accarezzava il piede di mia madre mentre la guardava e
sorrideva. Lei parlava piano, forse d’amore o forse di niente. La luce della
sala li illuminava, ma dolcemente. Mio padre era sulla sdraio a sinistra e mia
madre a destra, e infatti vedevo meglio lui di lei. Erano stranamente fuori
dalla finestra di mezzo della sala e non quella a sinistra, dove ci sono le
sdraio adesso.
Io mi ero fermata vicino al
pianoforte e ricordo di aver pensato di non voler spezzare questo momento così romantico,
per cui non avevo detto nulla. Li avevo guardati ancora per un po’ e me ne ero
tornata a letto.
E ogni volta che ascolto Cara mi
viene in mente questa immagine straordinaria rubata a due persone che si
amavamo moltissimo. Forse perché anche nella canzone ci sono due persone che
parlano nella notte, forse per i tanti capelli che aveva mia mamma, che teneva
insieme con uno chignon. Forse era la notte d’estate, o forse è la farfalla
che si appoggia sulla spalla, come il piede sul ginocchio. Sicuramente ha a che
fare con questa frase, che è il riassunto della storia della mia famiglia:
Ma so già cosa pensi,
Tu vorresti partire
Come se andare lontano
Fosse uguale a morire
E non c'è niente di strano
ma non posso venire.
Me la immagino, mia madre dire a mio
padre una cosa del genere: “Vai, vola via, io rimango qui con le bambine”. Come dicevo, un finale che
conosco, senza sorprese, una storia che malgrado i cento anni passati mi fa pensare
che sia cretino cercare di fermare le lacrime ridendo, e infatti non ce la
faccio mai a fermarle. Mai.
Buonanotte, anima mia,
adesso spengo la luce.
E così sia.
Ho comprato domenica all'ipercoop un libro su Lucio Dalla approfittando di uno sconto Lucio Dalla. La storia dietro ogni canzone di Umberto Piancatelli, lo sto divorando, strabello , adoro Dalla, ho comprato molti dei suoi cd, tra cui delle chicche che ho avuto la fortuna di trovare
RispondiEliminaNegli anni ho imparato che se vedo in vendita un cd in questo caso un doppio cd live all'ipercoop come “In quella notte di stelle”, di Lucio Dalla e Stefano di Battista bisogna afferrarlo al volo, perchè sicuramente la volta dopo non si trova più neppure a pagarlo oro,
infatti... la volta dopo erano finiti tutti, perchè chi ama il jazz lo sa
che si trattava di un capolavoro assoluto senza ma ne se
la registrazione di concerto-evento che l'1 settembre 2004 ha visto Lucio Dalla, con lo “Stefano Di Battista Jazz Quartet” e Nicky Nicolai Il disco documenta la passione per il jazz del cantautore bolognese scomparso due anni fa. Nello show Lucio esegue i suoi successi e i classici strumentali del jazz suonando il clarinetto e il pianoforte, accompagnato dal sax di Di Battista.