Dieci ricordi per dieci canzoni - Claudio Sanfilippo
1973, Milano, quartiere Gallaratese
Fine cena, ore nove, cucina di fòrmica col pavimento a piastrelle beige, sesto piano. Uno dei vantaggi del piano alto è che non senti venir giù i proiettili di spazzatura, la rùera. Sopra di noi c’è solo l’Altieri, quindi poco traffico. Fuori, sul balcone, camici e canottiere ad asciugare. A capotavola il Piero, il papà, che tiene mezzo limone spremuto per l’ultimo sorso di rosso. Mia mamma, la Jone, inizia a sparecchiare, la nonna Adriana fa giocare il Paolo, che ha tre anni.
Io accendo la filodiffusione, spero di risentire una canzone, la sigla di uno sceneggiato intitolato Lungo il fiume e sull’acqua, un giallo visto qualche sera prima sul Grundig nuovo. Ogni mattina la pasticceria serviva diversi negozi, ogni sera dopo le nove telefonavano per le ordinazioni, per rispondere ci alternavamo io e la nonna, per dare un po’ di respiro ai miei. Le chiamate arrivavano da Eustachi, Cenisio, Gramsci e Lorenteggio. Esempio:
Cortesemente, faccia anche una trentina di mignon alla frutta senza banane, che mi diventano nere.
Devo scrivere che diventano nere?
Come dice?
Niente, niente… desiderava altro?
Tre meringate, due millefoglie, quattro tunnel e tre strudel… poi due sacher piccole, anche una saint-honorè… e poi tre profiteroles da dodici, mi vanno via come il pane.
Bene.
Anche una selva, và.
Grossa?
No, da settecinquanta va bene.
Ha anche qualche ordinazione?
Due per dopodomani: una nozze per settanta persone, classica, a piani. E poi una compleanno per venti con su Paperino e la scritta “brava Francesca punto esclamativo, e sotto tanti auguri”, con undici candeline rosse.
Brioches niente?
Metto giù la cornetta e dalla filodiffusione arriva la canzone, si intitola Vincent e la canta Don Mc Lean, ma io non lo so ancora. Mi sembra che inizi cantando storystorynait, ma non sono sicuro. Altra telefonata, la nonna va a rispondere, è Cenisio, il negozio più piccolo che di solito sta lì a cinquantarla per ordinare tre cose, non la invidia nessuno, ma la nonna – si sa - è una donna paziente.
Vincent non è il genere di canzone per i miei, di solito cantano in italiano, qualcosa in milanese. In casa cantiamo tutti, soprattutto in macchina. Comunque, questa canzone fa venire voglia di imparare a suonare la chitarra in quel modo lì, con tutte le dita.
Claudio Sanfilippo
https://www.youtube.com/watch?v=4wrNFDxCRzU
Vincent
(Don Mc Lean)
Paint your palette blue and gray
Look out on a summer's day
With eyes that know the darkness in my soul
Sketch the trees and the daffodils
Catch the breeze and the winter chills
In colors on the snowy, linen land
And how you suffered for your sanity
And how you tried to set them free
They would not listen, they did not know how
Perhaps they'll listen now
Flaming flowers that brightly blaze
Swirling clouds in violet haze
Reflect in Vincent's eyes of china blue
Morning fields of amber grain
Weathered faces lined in pain
Are soothed beneath the artist's loving hand
How you suffered for your sanity
How you tried to set them free
They would not listen, they did not know how
Perhaps they'll listen now
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