Un po' di pazienza, no?

 






Come tutte le mattina, anche questa mi sono ritrova in camera di Luca per metterla in ordine. Le mutande di qua, i pantaloni del pigiama di là, una scarpa sotto il tavolino rosso. Il letto è completamente sventrato. Chissà per quale motivo, a lui piace dormire sul materasso. 

 

Metto a posto sapendo perfettamente che quando alle tre Shmoo torna a casa dal centro diurno, la stanza ritornerà ad essere esattamente come l’aveva lasciata stamattina. D’altronde, ho lo stesso DNA di mia madre, che quando andava in albergo rifaceva il letto perché “è più forte di me”. Io sono uguale: passare davanti alla camera di Luca e vederla sottosopra mi mette ansia, per cui ogni mattina, appena se ne va con il suo pulmino, io metto in ordine.

 

Mentre rifacevo il letto, ho notato una macchia sul lenzuolo della pizza che Luca ha rubato ieri sera. Se qualsiasi persona che non mi conosce mi stesse osservando, giustamente direbbe: ma poverino, non gliela cambi? Il suo copriletto ha gli angoli ciucciati da lui, e mi sentirei dire: Ma che schifo, dai! Cambiaglielo! Lo stesso direbbe dei cuscini per terra (uno sotto il letto, con la polvere): ma tu ci dormiresti, scusa? O con la tenda rotta (Ma cosa ci vuole a cambiarla?), l’aria condizionata la cui presa è per terra e non si può accendere (Con il caldo che fa!), o i pezzetti di cracker, quelli che i cani non si sono ancora mangiati, o del poster di Stevie Wonder strappato, o dei vestiti un po’ spiegazzati. 

 

Sarebbero tutte osservazioni giuste. In effetti, la camera di Luca ha degli standard suoi, che sono ben diversi dai miei. Spesso lo faccio anch’io: guardo solo un piccolo angolo di un quadro immenso, di cui non so assolutamente niente e decido così che non mi piace. A volte mi basta leggere venti pagine di un libro per dire: non mi interessa, che poi magari alla ventunesima diventa un racconto intenso ed emozionante. Siamo tutti un po’ impazienti e pronti a dire la nostra riguardo cose che non conosciamo. Se ci fosse qualcuno che mi vedesse, tutte le mattine, ma solo le mattine, vedrebbe una millesima parte del mio, di racconto quotidiano, e, pur non conoscendolo, lo criticherebbe.

 

No, non cambio il lenzuolo, l’ho già cambiato due volte da domenica e siamo solo a martedì; si mangia gli angoli di qualsiasi pezzo di tela che incontra: dovresti vedere gli altri! I cuscini? Non gliene frega niente. Tenda rotta? Ne abbiamo cambiate sei negli ultimi tre mesi; aria condizionata? La odia, la spegne subito. Stevie Wonder? Quando Luca ama una cosa moltissimo, invece di mantenerla bene, la distrugge. 

 

La domanda più corretta da farmi sarebbe: ma se la stanza è sempre in disordine, cosa te ne frega di ripulirla tutte le mattine? Lo faccio per me: mi irrita, ho uno di quei problemi della psiche per cui se non c’è ordine attorno a me, non riesco a concentrarmi perché continuo a pensare di dover mettere via tutto. Credo che sia un problema ossessivo compulsivo. 

 

Ho anche una fantasia da Walt Disney, che Luca un giorno, tornando dal centro, mi dica: grazie, mamma, di aver messo a posto. Questo desiderio, invece, fa veramente male, perché benché io sappia che non succederà mai, ancora ci spero. Devo smetterla di aspettarmi cose che non esistono.


Sono pensieri miei, ma spero di ricordarmeli la prossima volta che cado nel tranello di dare la mia opinione prima di sapere anche il resto. Se mi impegno, sono sicura di farcela.



(nella foto, Shmoo quando se ne va la mattina, lasciando la sua stanza un casino)

 

 

 

 

Commenti

  1. Cara Marina...mi sembra di rivivere la stessa camera di Luca ...Giorgio identico...lenzuola con angoli cacciati...ormai scolorito...briciole ovunque...non so come fa dormire.Quando va al centro cerco di ridare alla sua camera una forma...poi ritorna e magicamente si crea lo stesso caos!!! Benvenuta nel club !!!..

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  2. Grazie di questa prospettiva. Leggo sempre con curiosità i tuoi post a volte di puro intrattenimento, a volte di riflessione.

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