A proposito di Bergoglio
Da quando, otto giorni fa, sono arrivata a Milano ho solo ricevuto brutte notizie, che non sto qui a raccontare perché non è quello il punto. Il punto è che mi ritrovo qui, nella casa che i amici mi hanno prestato perché non ci sono. E per la maggior parte del tempo, sono sola. Per scelta, ma anche perché questo mio soggiorno milanese è dedicato al lavoro. Per cui penso. Penso sempre. Ogni tanto mi prende un’ansia terribile, perché quando si pensa troppo poi si finisce con il diventare paranoici. Una notizia, altrettanto brutta, mi ha distolto dai miei pensieri: la morte del Papa.
Pur essendo cresciuta cattolica, non sono religiosa, anche se poi neanche questo è vero. Sono religiosa a modo mio: credo fermamente nella presenza dei miei genitori e di altri amici e famigliari che non ci sono più. Infatti, li sento talmente presenti che, a voce alta, intavolo con loro lunghe conversazioni. Un mesetto fa ero nel dormiveglia, aspettavo di addormentarmi profondamente e d’un tratto ho sentito la voce di mia madre: “Marina, devi smettere di fumare”. Subito ho voluto sapere dove fosse, e lei: “Io non sono, qui non è come da te. Non sono, non ho corpo, nono ho nulla di tangibile. Non sono e basta”. Poi è sparita. Quindi, se sento queste presenze, una parte di me è spirituale, che non vuole necessariamente dire religiosa, ma qualcosa di molto simile.
Ma comunque. La morte del Papa. Sono rimasta colpita per due cose in particolare: la prima è la certezza e la paura di aver perso l’unico leader che davvero credeva nella pace. In questo inizio di secolo, siamo sempre più circondati da chi non valuta la vita, sia quella degli adulti, che dei bambini, sia degli innocenti e dei criminali. Si sparano bombe con un bottone dall’altra parte del mondo, annunciandole su chat come quando ci si mette d'accordo per un aperitivo. Vengono distrutte vite, sia lontano da noi che dietro l’angolo. A dire il vero, non avremmo neanche bisogno di avere un leader che ci ricordi che la pace, e non la guerra, è la cosa più importante. Dovremmo arrivarci da soli, ma siccome siamo come siamo, quando Bergoglio parlava di pace, ce la ricordava e ci faceva fare un esame di coscienza. La guerra non si fa solo con le bombe. Spesso siamo in guerra con noi stessi, con la famiglia, i colleghi, i vicini di casa. Ci ricordava che raggiungere la pace dovrebbe essere l’unica ragione di vita.
Inoltre, penso a come una persona come Bergoglio, che ha dedicato tutta la sua vita alla religione, alla certezza della presenza di un Dio che non solo esiste, ma è presente in tutta la natura umana, creata da lui, percepisca la morte. I cattolici pensano che si riuniscano a Dio, che tornino a casa, che finalmente possano essere eternamente presenti. E se ci fosse solo il nulla, come diceva mia madre quando ero nel dormiveglia? Oddio mi vengono dei pensieri esistenziali: anche il nulla è qualcosa, e la vita dedicata a Dio non è sprecata, perché comunque significa averla dedicata agli altri, vivere pensando che l’unico obiettivo da raggiungere sia migliorare il mondo e sé stessi. Significa vivere una vita spirituale, ma anche dare un aiuto concreto.
In teoria, chi è credente non dovrebbe avere paura di morire, anzi, dovrebbe sentirsi finalmente un tutt’uno con Dio. E forse sbaglio io: Bergoglio non ha avuto dubbi, era certo che sarebbe stato così. Ma la parte sua umana, quella che comunque teme la morte, si sarà intrufolata nei suoi pensieri? E se fosse tutta una storia non vera? Se la morte fosse davvero la fine di tutto? Il fatto è che per credere davvero in Dio, bisogna accettare dei dogmi, bisogna credere ad eventi e a presenze che si devono dare per scontato. L’opposto della scienza, che crede soltanto a eventi che si possono replicare sempre con lo stesso risultato. È per questo motivo che molte persone sono scettiche di fronte all’esistenza di Dio: non c’è prova concreta, o ci credi o no.
Penso a tutte queste cose e spero ardentemente che il Papa avesse ragione: esiste Dio, esiste una vita eterna, esiste il Bene Assoluto. E se invece non ci fosse, sicuramente non se ne sarà neanche accorto.
Ma adesso basta con queste cialtronerie. Mi metto a lavorare.
(nella foto, il Papa che ride delle cagate che ho appena scritto)
Mi rivedo nei tuoi pensieri. :-)
RispondiElimina