La cugina della principessa.
“Oggi sei la principessa e hai sempre ragione!”, era quello che ci dicevamo in famiglia il giorno del compleanno. Ancora adesso, io e le mie sorelle ce lo scriviamo. Ieri era il mio compleanno e, come da tre anni a questa parte, la telefonata di mia mamma che mi ricorda del mio giorno di principato e di persona che ha sempre ragione mi manca da morire. Ma cerco di concentrarmi sul fatto che quel trenta luglio del 1968 mia mamma e mio papà erano felicissimi. Penso spesso a come sarà andata: mio papà era alla clinica Regina Elena a Milano con mia mamma; Renata, che aveva un anno, forse con i nonni o con zia Pupa, la sorella di papà. Probabilmente non con Milena, la sorella di mia mamma, perché anche lei era incinta e aveva già Paolo, mio cugino che allora aveva un anno e mezzo. Comunque fosse, la mia nascita quel giorno diede ai miei genitori una gioia pazzesca. Lo so perché anche io e Dan, quando sono nati i nostri bimbi, eravamo emozionati e felici.
Ieri Dan mi ha fatto davvero sentire una principessa (ma lo fa sempre) e mi ha dato ragione su quasi tutto. L’unico scoglio è stato quando, parlando dell’attentato a Trump, ho confessato di aver pensato che fosse una finta, Dan mi ha detto: “Sono dispiaciuto che tu creda a delle teorie del complotto assurde”, quindi sono stata io, alla fine, a dar ragione a lui. È stata una bellissima giornata di sole e di auguri arrivati da centinaia di persone che non conosco ma che mi hanno pensato; messaggi e telefonate da sorelle, cugini, zii.
Stamattina mi sono svegliata tardi e la prima cosa che ho detto è stata: “Oddio, non è più il mio compleanno! Devo lasciare il trono e avere più opinioni che certezze!”. Dan stava già lavorando. Oggi lavoriamo sul tavolo della cucina, perché, a differenza dei giorni in cui c’è il bel sole e l’arietta delle colline attorno alla nostra casetta di Becket, piove che dio la manda. Quando ha sentito la mia lamentela, mi ha consolato, ricordandomi che il giorno dopo è quasi ancora il mio compleanno. Hai ragione, ho risposto mangiandomi la fetta della mia torta preferita che abbiamo portato dal mio ristorante preferito ieri sera dove, da brava vegetariana, mi sono concessa un hamburger che è la fine del mondo. “Eroe dei due mondi”, lo chiama il mio migliore amico Giorgio quando parla di Dan. Ha ragione.
Noi del Leone siamo così: la nostra festa deve durare a lungo, i tamburi che annunciano il nostro giorno iniziano a suonare una settimana prima e finiscono una settimana dopo. La settimana scorsa c’è stata la festa annuale qui a casa nostra. Da ormai diciotto anni invitiamo per il mio compleanno un sacco di amici per una giornata di stravaganza di chiacchiere, abbracci, risate, confidenze, pettegolezzi, marijuana, cibo, birra e vino, ritmata dalla bella musica suonata dal vivo dagli amici musicisti. A parte i vizi legali e meno, è l’evento che preferisco perché rivediamo amici che ho conosciuto quarant’anni fa con cui posso dire di essere cresciuta, perché avevo diciannove anni e da ieri ne ho cinquantasette. Sono persone che amo molto. Stasera io e Dan andiamo a vedere uno spettacolo di stand up a teatro, un certo Gerry Gulman, che ci fa molto ridere e la settimana prossima a cena con la famiglia di Dan.
Insomma, come ogni anno, il mio compleanno dura un paio di settimane. Sono una ragazza fortunata, ad avere un compagno eccezionale, una famiglia dolcissima e degli amici storici incredibili. E anche se oggi piove e si lavora dal tavolo della cucina, se non propriamente una figura reale, mi sento tipo la cugina della principessa.
Grazie a tutti per gli auguri e buone cose.
Nella foto Eric, Dan, Drew, Jonathan, Mike e John, alcuni dei miei amici del cuore alla festa dell'anno scorso (quest'anno ci siamo dimenticati di farne)
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